Intervista a Krisha Skies

foto di Anna D’Aulerio

In occasione della conversazione tenutasi questa mattina presso la Pinacoteca di Palazzo d’Avalos dal titolo Il Fantasy come specchio della realta: da “Requiem di Primavera” a “Dark Wings”, i fragili equilibri tra mondi , abbiamo avuto il piacere di rivolgere qualche domanda all’autrice Krisha Skies.

Com’è nata la sua passione per la lettura? Da bambina amava leggere?

Prima dell’amore per la scrittura c’è stato quello per la lettura. Si sa che non si è bravi scrittori se non si è bravi lettori e che per scrivere bene bisogna leggere tanto. Io sin dalla scuola elementare ho cominciato a leggere, anche se nella scuola media ho fatto un vero e proprio salto di qualità: sono passata dalla lettura di classici Disney, ai libri di Marion Zimmer Bradley, un’autrice fantasy che ormai non esiste più ma che è stata per me fonte di grande ispirazione. Quindi sì, ho iniziato prestissimo.

Cosa l’ha portata a voler dare vita a qualcosa di suo?

Anche qui ho cominciato quando ero piccola. Il mio primo romanzo risale a quando avevo 14 anni e si intitola “Krisha: figlia del destino”, ma non è mai stato pubblicato. Mentre frequentavo la scuola elementare ho scritto il primo romanzo storico della mia vita, ambientato nel 120 a. C. ,ricordo ancora bene la data. Ovviamente non aveva niente di storico, ero solo una bambina di 8 anni. Però l’ho fatto, probabilmente perché avevo questo desiderio di creare mondi fantastici che fossero solo miei. Da lì, in seguito, è nata la voglia di condividere questi mondi con altre persone. Gli autori infatti non scrivono solo per sé stessi, non si rivolgono a un diario segreto o personale ma a un pubblico di lettori vari.

Dove trova l’ispirazione per scrivere i suoi libri?

foto di Anna D’Aulerio

Dappertutto. Un esempio?  Per quanto riguarda la trilogia di Requiem, stavo guardando su internet e ho trovato, per caso, un’immagine rappresentante Ade e Persefone e ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa del genere. Nonostante ciò ho trasformato completamente la storia, dando un’impronta più personale.
Un altro esempio di ispirazione è la musica, dato che ne ascolto tantissima, anche mentre scrivo.

Cos’è per lei la scrittura? Quali emozioni le suscita?

Innanzitutto è un modo per evadere. C’è chi sfoga lo stress giocando alla Playstation, chi andando in palestra.. io scrivo. La scrittura fa si che io mi immerga in un mondo totalmente diverso. Rappresenta, per me, una catarsi.

Tra i personaggi storici, in qualità di scrittori, quale avrebbe scelto di essere?

Nessuno. Mi piacerebbe somigliare a Marion Zimmer Bradley, la scrittrice che ho nominato prima. Lei mi ha colpito tantissimo: è stata la prima autrice fantasy ad avermi affascinata. Dopo le medie non ho più riletto i suoi libri, quindi magari adesso li vedrei in maniera diversa; al tempo, però, era in grado di emozionarmi fin nel profondo. Anch’io vorrei trasmettere queste sensazioni a chi legge le mie storie.

Maria Chiara Stefano