LA LIBERTA’ IN PURGATORIO

“libertà, va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”

Nel primo canto del Purgatorio Dante e Virgilio ,dopo esser finalmente fuoriusciti dalla voragine infernale, si ritrovano nella spiaggia dell’Antipurgatorio  su cui si eleva la grande montagna del Purgatorio. La scelta della montagna da parte del poeta non è casuale in quanto riprende appieno l’allegoria del Viaggio di Dante lungo i tre regni dell’aldilà, essa infatti rappresenta simbolicamente l’elevazione verso Dio degli uomini, attraverso la purificazione dal peccato , fino al Paradiso collocato al di sopra del monte. In questo luogo Dante e Virgilio incontrano Catone l’Uticense, custode del Purgatorio. Ciò che colpisce di tale personaggio è la sua collocazione, infatti, non essendo battezzato si sarebbe dovuto trovare nel Limbo, luogo in cui le anime che vissero prima della venuta di Cristo risiedono per l’eternità, ed inoltre durante la sua vita si era macchiato di uno dei peccati più gravi, il suicidio. Di conseguenza l’autore l’avrebbe potuto collocare nel VII cerchio, dove si trovano le anime degli altri suicidi come Pier delle Vigne. Invece, lo troviamo come guardia del Purgatorio.

Il sommo poeta decise di fare questa distinzione tra I due personaggi storici, entrambi morti per loro stessa mano, in quanto l’estremo gesto di Catone non era mosso da una debolezza d’animo e spirito come nel caso di Pier delle Vigne, ma Dante lo considerò anzi come un atto di estremo coraggio e motivato da un alta rettitudine etica, in quanto si sacrificò per i suoi ideali. Catone, infatti, scelse il suicidio piuttosto che rinunciare alla propria libertà politica che ormai Cesare aveva sottratto a chi, come lui, era un pompeiano. Per Dante, Catone rappresenta il simbolo della libertà morale del cristiano e della libertà dal peccato che le anime del Purgatorio cercano. 

Catone, da morto, riesce a giungere alla perfezione umana al suo più alto livello terreno, in quanto non è più vincolato dalle passioni e dalle tentazioni dell’animo tipiche dei mortali ed è quindi completamente libero da ogni costrizione. Lo si può dedurre dalla sua indifferenza al ricordo della moglie Marzia, anima del Limbo, rievocata da Virgilio e verso la quale il suo animo non è più ora, affettivamente sensibile. Dante ritrova in questo personaggio ambiguo e pagano i più grandi valori della cristianità, colui che con il suo sangue vuole redimere i popoli dalla schiavitù, e che antepone il bene comune al proprio, come fece Gesù Cristo. L’autore nella divina commedia conferisce al personaggio un lieto fine, infatti una volta finito il suo dovere come guardiano del Purgatorio, il suo destino sarà la beatitudine celeste.

Giulia Pignatello, Sara Alessi, Claudia Zocco classe 4 B