Il “giardino protetto” come messaggio etico

La reinterpretazione del Terzo Paradiso, dell’artista Michelangelo Pistoletto, intende lasciare un messaggio ben preciso, un messaggio etico.  Il “giardino protetto”, dove artificio e natura si fondano insieme, è percepito come l’incontro di bene e male, l’origine del dualismo umano. Energie opposte ma complementari legate da un rapporto di reciproca dipendenza che sono colte nella loro piena essenza dal simbolo taoista dello Yin e dello Yang, ripreso ed utilizzato nell’ istallazione presso Palazzo d’Avalos durante la settimana dedicata al Festival della Scienza.  

L’equilibrio è la chiave che apre le porte al Terzo Paradiso, una dimensione che si frappone tra due estremi congiungendoli e mitigandoli. Antagonisti agli antipodi in eterno conflitto vi trovano la pace: bianco e nero, luce e tenebre, giorno e notte, bene e male. È l’uomo, l’uomo solo a rappresentare il perfetto connubio di queste due realtà imprigionate in una eterna coesistenza. 

Tre cerchi consecutivi, simbolo del Terzo Paradiso, vedono un alternarsi dei colori bianco e nero che dominano l’intero scenario, immergendo l’osservatore in una nuova dimensione. Il cerchio centrale rappresenta la sintesi tra i due estremi, e questa sintesi siamo noi, in quanto uomini, fautori di un’armonia che ognuno è in grado di trovare dentro e fuori di sé. 

Il video, realizzato dalla studentessa Sara Prencipe, lascia testimonianza di ciò che è stato proposto. Buona visione.

 

InStefania Capuano