La doppia faccia della solitudine

 

(Dedicata a mio nonno Lucio, inestimabile pezzo della mia anima e mio angelo protettore)

Solitudine,

sete dell’anima,

fame insaziabile,

sconfinata grazia in noi,

sensazione instabile,

macabra coscienza

di esser soli.

Solitudine:

mancanza di un pezzo basilare che ci dà forma,

mesto gelo nel nostro cuore,

assenza assoluta di calore.

Basta guardarci dentro, 

per capire che niente è più lo stesso,

senza un “complice” pronto ad aiutarci,

senza un viluppo caldo, pronto a stringerci al petto.

Si ci stordisce, trovando qualcosa da fare,

ma, continuamente, faticando ad andare avanti,

poiché non c’è nessuno, ora, che ci possa accompagnare.

Chi, se non la mia unica amica solitudine,

chi, se non lei, alla cui ombra una terrificante presenza

 ci rivela un’assenza:

quanto sia facile sentirsi persi,

quanto sia difficile convivere con se stessi!

Sentirci soli ci dà la sensazione

di non vivere appieno l’emozione dell’esistere,

di non condividere l’ebrezza della vita!

La vita, senza un “complice”,

non solo è meno vita,

ma non ha il sapore dolce – amaro

che solo un amico ci può dare,

 di cui la solitudine resta avara.

La solitudine è uno sterminato labirinto,

nel quale si entra in uno e si esce in due:

la si ha come amante ossessiva e inseparabile;

resta nostra inseparabile compagna,

che trattiene i nostri segreti più intimi e le nostre paure,

che ci conosce, perfino, più di noi stessi!

Molti la agognano

e dentro l’anima vorrebbero costruirsi eremi su impenetrabili alture

per averla, sempre lì, come ombra inseparabile.

Spesso è valida consigliera, fucina di indovinati pensieri;

di per sé, non è la vera nemica,

come lo è la paura di passare una vita grama da soli o

la paura di proseguire a vivere senza una presenza amica,

  ricordo questo, che rende la nostra anima tetra e buia.

 A volte, le notti trascorse da soli portano brio e leggerezza,

delle altre, insostenibile pesantezza dell’essere!

Non abbiate paura della solitudine,

ma della paura di restare intrappolati dentro i suoi tentacoli ciechi.

Alcune mancanze, comunque, restano incolmabili,

e certi pezzi di noi insostituibili,

se li perdiamo, anche una parte di noi

si diluisce per sempre!

Voglia il cielo che qualcuno vi sgravi questo macigno dal cuore,

che renda colore

al vostro dolore!

La paura di essere soli può sopprimerci,

poiché l’assenza di ancore nella nostra vita,

sulle quali abbiamo costruito e contato fino alla fine,

ci rende barche alla deriva in un mare in tempesta;

eppure non dobbiamo mai scordare

che non siamo mai soli,

che c’è sempre “Qualcuno”, che il “nostro non senso” può spiegare! 

Solitudine,

dolce presenza e consigliera nel silenzio,

portatrice di leggerezza e cura di noi stessi,

paura di restare soli.

Origine del silenzio assordante in noi,

portatrice di vuoto,

subdola trappola,

ma nella quale un amico ci può tendere una mano

per entrare nel nostro cuore, facendoci fiorire l’anima!

 

Lucio Licitra I B Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)