1° MAGGIO

“Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo.”

Questa è una frase del grande Presidente Pertini, che esprime un concetto fondamentale: il lavoro è un diritto che deve essere garantito a tutti.

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, è l’art. 1 della nostra Costituzione. Il lavoro è un diritto per tutti.

La prima festa del lavoro risale al 5 settembre 1882, in piena rivoluzione industriale. In quella giornata i “Knights of Labor”, i Cavalieri del lavoro, “neonata associazione di tipo sindacale”, organizzarono una grande manifestazione a New York per chiedere maggiori diritti per gli operai.

La data dell’attuale festa dei lavoratori ricorda gli incidenti, nei primi giorni di maggio del 1886, durante la rivolta degli operai di una fabbrica di macchine agricole a Chicago. La polizia sparò sui lavoratori in sciopero.

Al Congresso di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale (fondata nel 1889 a Parigi dai partiti socialisti e laburisti europei e scioltasi nel 1916) il Primo Maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo.

Durante il ventennio fascista in Italia la celebrazione fu anticipata al 21 aprile in concomitanza con il Natale di Roma, divenendo giorno festivo nazionale, per poi spostarla nuovamente al 1° maggio al termine del conflitto mondiale.

La prima festa del lavoro del dopoguerra, nel 1947, si trasformò in una strage. Il bandito Salvatore Giuliano e la sua banda spararono su un corteo di circa duemila lavoratori, soprattutto contadini, che protestavano contro le condizioni di lavoro nelle campagne siciliane. Rimasero i corpi di undici contadini, più decine di feriti.

La festa dei lavoratori celebra la conquista del lavoro e dei diritti dei lavoratori, ed è per questo motivo che il 1° maggio si celebrano tutti coloro che hanno combattuto per i diritti. Oggi ha ancora significato se si considerano alcune situazioni in cui il lavoro è per molti ancora un miraggio o situazioni in cui, pur di lavorare ci si accontenta di poco e si lavora con ritmi inumani.

Sara Vadalà 5Csp