La memoria, come allenare la nostra mente

La memoria è il modo tramite il quale noi rievochiamo il passato tramite i nostri ricordi in una parte del cervello chiamata: “lobo temporale mediale”, che comprende l’amigdale e l’ippocampo.

Tuttavia ciò non vuol dire che i nostri ricordi siano archiviati in un punto specifico. I suoni sono conservati nella corteccia uditiva, la vista nel giro fusiforme e le sensazioni nell’amigdala. Quando cerchiamo di rammentare un ricordo, il lobo temporale mediale prova a mettere insieme tutte le informazioni nel miglior modo possibile, spesso non rappresentando la verità degli eventi.

Per questo motivo non bisogna mai prendere per oro colato tutto ciò che ricordiamo. Il cervello può far riaffiorare i tratti salienti di un episodio, ma non i dettagli. Il modo migliore per allenare la nostra memoria è quello di metterci alla prova senza fare affidamento a mezzi digitali, altrimenti potremmo diventare esseri con una memoria talmente affievolita, da essere quasi incapaci di ricordare. L’uomo, a mio giudizio, dovrebbe preoccuparsi di esercitare la memoria semantica o più in generale storica, perché come già diceva Cicerone:“le vicende del passato (che costituiscono la storia) sono maestre di vita”. L’uomo però dispone anche di un inconscio, che ha una forza prorompente e di breve durata. Voglio qui ricordare il modo involontario in cui Proust rammenta alcuni momenti della sua infanzia, quando accetta di bere una tazza di tè e vi inzuppa le Madeleine.

La memoria è dunque connessa alla mente e può trasformarsi in fantasia o in follia. Così nel libro di Miguel De Cervantes “El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de La Mancha”, Alonso Quijano (Don Chisciotte) vuole evadere da una realtà ripetitiva e mediocre  verso una vita diversa, fatta di avventure, pur avendo come elmo solo una casseruola,  come spada un coltellaccio appuntito,  per destriero un cavallo vecchio e zoppicante  e per nemici i mulini a vento.  Ancora la memoria può divenire follia, come dimostra Erasmo da Rotterdam  nel suo “Elogio della Follia”; egli non segue  il punto di vista scientifico secondo cui la follia non è altro che un difetto cognitivo, al contrario la reputa una virtù che consente all’uomo di vivere una vita autentica. 

La nostra società è dominata dalla tecnologia informatica, la quale tende a privarci di una parte delle nostre azioni e quindi di una parte della  mente tanto che la memoria del passato, personale e familiare, muta con una velocità intensa. Lo scorrere del tempo incide sulla memoria, rendendo importanti i fatti che fino a poco tempo fa ci sembravano secondari e viceversa quelli ritenuti da noi secondari assumono importanza. Facciamo così i conti, tutti i giorni, con una memoria mobile che rende mobile la vita e questo da un certo punto di vista può rappresentare un vantaggio, lasciando spazio alla creatività,  ma da un altro punto di vista può destare preoccupazione, alimentando fantasie eccessive e forme di irrazionalità. 

Luigi Belli, III A