Murales, street art o vandalismo?

I murales sono una forma molto intrigante e creativa di espressione artistica diffusa nel mondo da  diversi anni e sono diventate delle vere e proprie opere pubbliche che evidenziano l’identità  di un luogo, spesso, con un richiamo al turismo culturale.  

Originariamente nascono da movimenti di protesta a scopo sociale e politico, nel  tentativo di rendere più chiara e lampante un’opinione e di portare con sé un messaggio di valore. Ad oggi, col passare del tempo, hanno assunto un valore sempre più estetico, mantenendo comunque un importante significato sociale.

 (Murales dei quartieri spagnoli  di Napoli, dedicato ad un uomo molto stimato e ben voluto, morto purtroppo a causa della dipendenza dalle droghe) 

Malgrado ciò, spesso e volentieri, vi sono dibattiti riguardo all’effettiva considerazione dei murales come  forma d’arte, poiché non tutti li considerano come tale, bensì come opere di vandalismo e con lo scopo di  rovinare le pareti di palazzi ed edifici. L’errore commesso è proprio questo, confondere i  murales con i reali scarabocchi compiuti da veri vandali senza un valido motivo e unicamente per sporcare  esteticamente la città.  

I murales hanno acquisito una tale notorietà e rilevanza, divenendo punti di  riferimento a livello turistico presenti in ogni parte del mondo con varie forme e  raffigurazioni che riprendono le caratteristiche storiche e culturali del luogo in sono stati realizzati. Ciò è individuabile, soprattutto, in una città italiana in particolare,  estremamente caratteristica e prettamente conservatrice e gelosa della propria storia e tradizioni: Napoli. 

(Murales situato a Materdei su una facciata dell’ex OPG ed indetto dall’associazione  riabilitativa “Je so pazzo”)

Napoli è una città stracolma di murales che, in un modo o nell’altro, la raccontano in tutto e per tutto. In  ogni quartiere del capoluogo campano sono presenti almeno uno o più murales, alcuni di essi estremamente  famosi, come le svariate opere di Jorit (all’anagrafe Ciro Cerullo), nativo proprio di Napoli,  rinomato ed apprezzatissimo in tutto il globo, caratterizzate dalla raffigurazione di volti di personaggi illustri  (sportivi, musicisti, scrittori) con dei segni rossi in faccia, tra cui: l’opera omaggio a Diego Armando  Maradona, nei quartieri spagnoli, in pieno centro storico, realizzata nel 1990 e poi ridefinita e  modernizzata qualche annetto fa; il murales in onore di Giancarlo Siani, giornalista napoletano ucciso dalla  camorra negli anni 80’, esattamente di fronte alla sua vecchia abitazione; la raffigurazione di Fidel Castro,  simbolo della resistenza, in via Mezzocannone, e, infine il piuttosto inquietante murales situato su una  facciata dell’ex OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) a Materdei, che si addice perfettamente al contesto. 

(Opera di Tvboy a Sorrento in onore alle icone della musica e del cinema italiano, Lucio  Dalla, Sophia Loren e Totò) 

(Murales al centro  direzionale di Jorit.  Raffigurazione di cinque illustri  sportivi napoletani) 

In conclusione, possiamo ampiamente dire che i murales sono senza alcun dubbio opere  d’arte perfettamente integrate nel contesto delle città e capaci di lanciare significativi messaggi sociali.

Carlo Martello, II Q