Pena di morte, una sanzione penale divisiva

La pena di morte viene inflitta a seguito di una condanna per un crimine molto grave, solitamente l’omicidio. Nel passato, punire un assassino con la sua stessa vita era pratica usata quasi ovunque. Con il passare del tempo, la pena di morte è stata abolita in molti Paesi e, oggi, dove ancora viene praticata, è oggetto di lotta da parte di molte associazioni. Ad oggi, la pena  è usata ancora in, circa, 80 paesi.

La tesi a favore della pena di morte si basa essenzialmente sulla necessità di una punizione violenta e definitiva contro chi ha commesso un grave crimine. Chi è a favore sostiene, infatti, che sia l’unica possibilità per dare giustizia a chi ha subito un delitto o un altro atto di violenza grave. Al contrario, chi è contrario alla pena di morte si basa sulla fallace decisione umana. Per quanto un processo sia svolto al meglio e con oggettività. In una storia i cui indizi sembrano tutti ricondurre ad un unico colpevole potrebbe invece avere una verità legale diversa. Il rischio è, quindi, quello di condannare a morte un innocente.

Alessandro Rivoli, III C



La pena di morte è una condanna definitiva, senza possibilità di appello. Alcuni film e serie tv affrontano il tema della pena capitale. Se da un lato infatti la pena di morte sembra essere una soluzione efficace per punire chi si è macchiato di crimini violenti, dall’altro lato, il rischio di uccidere un innocente è sempre dietro l’angolo. Inoltre molte persone ritengono che tutti abbiano diritto a una seconda possibilità e, che, nessuno abbia il diritto o il potere di decidere sulla vita e sulla morte altrui. Del resto, uccidendo una persona, sebbene sia colpevole di atti violenti e di crimini enormi, non si diventa a propria volta degli assassini? Proprio questo è il paradosso centrale attorno a cui ruota tutto il discorso sulla pena di morte. Anche chi è contrario a questa pena, si può trovare in una situazione dove pensa che l’unica soluzione sia la pena di morte. Si tratta di reazioni istintive e molto legate all’emotività.



Probabilmente esprimersi in modo oggettivo sul tema della pena di morte è forse impossibile. Entrano in gioco molti sentimenti, soprattutto da parte di chi è stato vittima di un crimine e vuole sia fatta giustizia. Sebbene sia difficile da pensare, in alcuni casi, forse, un ergastolo in cui il criminale non può fare altro che pensare a cosa ha compiuto, potrebbe essere una pena ben peggiore. Oppure, al contrario, obbligare chi ha commesso un crimine a fare dei lavori socialmente utili potrebbe essere un modo per far nascere delle cose buone là dove invece si pensava non potesse nascere nulla di diverso rispetto alla morte e al dolore.