In scena!

Intervista all’attrice Beatrice Papei

Di Martina Cao e Elena Iannacchino, 1B 

Nell’ottava edizione della Notte Bianca del liceo Andrea D’Oria, in Aula Magna si sono esibiti molti ragazzi in performance musicali che hanno accompagnato il pubblico durante la notte.

In uno scenario di riflettori, luci colorate, note musicali che hanno sospeso il tempo, si è esibita Beatrice Papei, una studentessa che frequenta il percorso artistico-espressivo, che ha messo in scena per la prima volta un monologo intitolato “Classicisti: assemblee!”.

Con un monologo che mescolava comicità, surrealismo e realismo, è riuscita a far ridere e a coinvolgere tutti i presenti sui momenti tipici  e gli strumenti della quotidianità di uno studente del liceo classico, paragonandoli a superpoteri: “Numero uno: posso usare il vocabolario di greco come martello; numero due: posso utilizzare quello di latino come lo scudo di Capitan America”…

Beatrice durante l’esibizione

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Beatrice al termine della sua esibizione:

Perché per questa sera hai voluto portare questo monologo?

Volevo portare qualcosa di molto leggero e relativamente corto: è la prima volta che l’ho messo in scena davanti ad un pubblico e l’ho scritto appositamente per questa serata per attirare l’attenzione di tutti i partecipanti.

Da quanto tempo reciti?

Ho scoperto la mia passione per la recitazione cinque anni fa: quando sono su un palco è come se riuscissi a mostrare il lato nascosto di me stessa.

Ci sono sempre tensione e adrenalina prima dell’esibizione, ma quando si sale sul palco è come se ci mettessimo una maschera per nascondere le proprie preoccupazioni e per immedesimarsi nel personaggio da interpretare.

Per un momento ci si lascia tutto alle spalle e ci si immerge in un’altra storia.

Dove ti vedresti fra dieci anni?  Vorresti un futuro improntato sulla recitazione?

È una domanda complessa e non tanto banale: mi piacerebbe comunque recitare e continuare questa strada anche nel futuro.

Quale messaggio vorresti dare a coloro che il prossimo anno verranno al liceo D’Oria?

Io frequento il percorso artistico-espressivo, quindi per me e per i ragazzi che amano l’arte e il teatro è l’indirizzo più adatto. Mi ha aperto molte porte. Quest’anno infatti ho anche recitato con il Teatro Nazionale di Genova nel progetto “Quel che resta del fuoco” dedicato ai sogni della generazione del G8 e di quelli della generazione di oggi, ed è stata veramente una grande esperienza, della quale sento molto la mancanza: è un bel ricordo.

Il progetto “Quel che resta del fuoco”

Beatrice ha partecipato al progetto “Quel che resta del fuoco” del Teatro Nazionale di Genova.

Dal confronto tra le nuove generazioni e quella del G8, è nato il progetto di Giorgio Scaramuzzino ed Elena Dragonetti.

Dopo una serie di incontri con insegnanti e studenti delle scuole superiori genovesi, è cominciato un percorso laboratoriale centrato su tre tematiche principali: utopia, lotta e sogno.

Quindici ragazzi, fra cui Beatrice Papei, sono stati coinvolti nel progetto e sono saliti sul palco insieme ad attori professionisti.

                                                                Progetto “quel che resta del fuoco”


Le domande che si sono posti gli iniziatori del progetto si concentravano sui sogni dei ragazzi di oggi e quelli dei ragazzi che nel 2001 volevano costruire un mondo, andato in frantumi tra le violenze di quegli stessi giorni.

Il progetto è, infatti, dedicato alla generazione intera dei ragazzi che non erano ancora nati nel 2001.