Notte Bianca: la cultura ci cambia!

Intervista a Leonardo Pibiri, rappresentante degli studenti, e alla Preside Mariaurelia Viotti

Di : Vittoria Marfella, Matilde Tesini, Agnese Traverso, 1B

 

La notte nazionale del Liceo Classico è una serata  in cui i licei classici in tutta Italia aprono le porte alla città per mostrare alla comunità i talenti degli studenti e l’alto valore formativo che offre questo indirizzo di studi, che permette di coniugare la cultura con il talento e con la passione per ciò che si fa. Le attività che si svolgono durante la festa, sono diverse: esibizioni teatrali, canzoni, poesie, mostre d’arte, conferenze e monologhi.

Prima del Covid-19, questa notte speciale si svolgeva a gennaio, in modo da mostrare anche ai ragazzi delle medie ancora indecisi sulla scelta le potenzialità degli studi classici. A causa della pandemia la manifestazione si è tenuta online e solo quest’anno è stato possibile riprendere a festeggiarla, posticipandola a  venerdì 6 maggio.

Per aiutarci a comprendere cos’è la notte nazionale del liceo Classico, abbiamo intervistato il Rappresentante d’Istituto Leonardo Pibiri, e il Dirigente Scolastico, la professoressa Mariaurelia Viotti.

 

LA NOTTE  DAL PUNTO DI VISTA DI UNO STUDENTE

Qual è stato il tuo ruolo nella organizzazione della notte bianca?

La vera organizzatrice dell’evento è stata Gaia Tenti, una ragazza frequentante l’ultimo anno, che si è presa la responsabilità e il tempo per poter organizzare una festa e fare divertire gli studenti anche solo per una serata. Personalmente ho partecipato all’evento presentandolo, e dando vita allo slogan “Notte Bianca: la cultura ci cambia”.

Com’è cambiato l’evento dopo il Covid-19?

Premetto che io frequento questa scuola dal 2018, quando ero in prima liceo, e dopo il Covid-19 ho notato un grande cambiamento, non solo dell’evento in sè, ma anche un cambiamento della mia mentalità, il Covid-19 mi ha quindi portato a riflettere su cosa è veramente importante per me.

Quest’anno la notte bianca è diventata un punto di riferimento perché fa risorgere quella voglia di stare insieme, anche se non si è a lezione, ma si è sempre a scuola. E’ sempre bello esporre il talento presente nella nostra scuola, come quello di  Giulia Corona, la studentessa di terza liceo che parteciperà anche al Genoa Vision, ma non solo…  quest’anno erano ben 11 gli studenti che hanno deciso di mettersi in mostra e fare scoprire il loro talento.

Cos’è per te la notte bianca?

“Per me la notte bianca è un evento che offre la possibilità di vedersi con  altre persone e di confrontarsi nei propri talenti, senza dovere per forza uscire con i propri amici,  ma ritrovandosi a scuola. E’ anche un’occasione culturale: per questo ho voluto creare lo slogan: “Notte Bianca: la cultura ci cambia”.

 

 

LA NOTTE  DAL PUNTO DI VISTA DI UN DOCENTE

Quali sono stati i cambiamenti più visibili dopo il covid-19?

Quest’anno l’impressione è che ci sia gran voglia di normalità, però siamo ancora tutti un po’ rigidi. Abbiamo paura. Indossiamo le mascherine, apriamo le finestre e manteniamo il distanziamento , siamo consapevoli che ci sono delle precauzioni da tenere. non c’è quella piena rilassatezza degli gli anni scorsi, ma è molto bello rivedere finalmente i ragazzi che si sono riappropriati dei loro spazi.

Quali sono stati gli spettacoli più apprezzati della Notte nelle diverse edizioni?

Gli spettacoli che attraggono di più, e che quindi sono presenti tutti gli anni, sono le rappresentazioni teatrali, la recitazione, il canto e la musica, sia classica che non.

Qual è la caratteristica più bella dell’evento?

La caratteristica più bella di questa evento è che i ragazzi esprimendo i loro talenti, li fanno scoprire alle persone che li circondano, rivalutando anche l’idea che hanno di loro stessi.

Molto bello è stato anche quest’anno il desiderio dei ragazzi di organizzare personalmente la festa: questo ci fa comprendere quanto loro vogliano ritornare alla normalità e alla vita quotidiana. Avendola organizzata quasi interamente loro, hanno partecipato molti più ragazzi, non solo coloro che svolgevano gli spettacoli, ma anche gli spettatori, o gli aiutanti, come per esempio i ragazzi dell’ufficio stampa.

Leggendo queste due interviste, che esprimono due punti di vista diversi, si può però capire quanto il Covid-19 abbia influenzato le nostre vite, stimolando il desiderio  di ritornare alla vita di prima, senza precauzioni o regole da rispettare.