Sguardo al passato

L’avvento delle nuove tecnologie ha portato giorno dopo giorno comodità e privilegi nella vita di tutti noi. A quanto pare però, la società non ha mai realmente voltato le spalle al passato e alle sue invenzioni; basti pensare al comune utilizzo delle fotocamere Polaroid tornate in voga da qualche anno, oppure agli elettrodomestici così detti “vintage” che decorano ormai molte case. Senza dimenticare tantissimi capi di abbigliamento che di tanto in tanto tornano in voga da epoche passate. Insomma anche essendo la nostra una società catapultata in tutto e per tutto verso il futuro, non ha mai lasciato indietro l’ispirazione proveniente da anni e mode precedenti. In particolare negli ultimi anni è tornata in voga la moda del vintage, e non si parla solamente di indumenti, bensì, di oggetti di ogni genere. Per esempio alle fiere o al mercato della domenica si può trovare la bancarella con abiti vintage, e magari più avanti un altro venditore di oggettistica antica. Generalmente questo tipo di mercato mantiene dei prezzi modici, ultimamente però con l’avvento dei social media i prezzi del vintage nel “mercato green” sono schizzati alle stelle, così che il vintage ha superato il fast fashion e le catene di produzione primarie. Se prima dopo aver fatto shopping si usciva dai negozi con buste di plastica e il portafoglio mezzo vuoto, adesso lo shopping si fa con le classiche “Tote Bag” (borse in cotone riciclato) e al mercato delle pulci. Anche se il mercato dell’usato esiste da sempre, molte persone hanno cambiato prospettiva di vita, non si cerca più il nuovo, bensì l’usato in ottime condizioni; ciò potrebbe significare una buona riduzione del consumismo. Secondo un rapporto di Vestiaire Collective il mercato second hand farà risparmiare al pianeta 38 miliardi di euro in costi ambientali, allungando il ciclo di vita dei vestiti. Cambiare le nostre abitudini non è poi così difficile, i capi inutilizzati si potrebbero mettere in vendita anziché buttarli, facendo una scelta sicuramente più green.  Si potrebbe pensare al riparo, allo scambio oppure ad introdurre la tecnica “dell’upcycling o utilizzo creativo”, cioè il riutilizzo di ciò che già si ha per creare qualcosa di nuovo e utile, aiutando a minimizzare gli sprechi. Per allungare il ciclo di vita di abiti e non solo. Al giorno d’oggi è molto comune fare acquisti poco mirati che finiscono accantonati in un angolo o nello sgabuzzino di casa, si parla di elettrodomestici, elettronica, arredamento e soprattutto vestiti. Parte per abitudine e parte per via delle pubblicità ingannevoli, che ci fanno credere che solo perché il prezzo è vantaggioso quella cosa sia a noi necessaria. Non dovremmo certo vivere una vita minimalista, basterebbe ridurre la propensione agli acquisti e comprare con saggezza.

Spataro Enrico 5csp Liceo Scientifico A. Volta