Talento e musica per il Liceo D’Oria

di Giovanni Agosti, 1B.

Durante la Notte nazionale del Liceo classico, Giacomo Zibordi, studente del primo anno del Liceo D’Oria di Genova, si è presentato, davanti ad un’Aula magna affollata,  suonando la magnifica opera 14 n. 1 di Beethoven al pianoforte.

Giacomo non è il solo ad aver presentato il suo talento, infatti la Notte Nazionale dei Licei classici, o come viene chiamata dagli studenti “La Notte Bianca”, dà la possibilità a tutti i liceali di mostrare, alle persone che vengono da fuori e ai docenti stessi, i loro talenti nascosti.

Alcuni studenti  hanno anche deciso di allestire piccole  mostre con temi molto particolari: dalla mostra di Monet, all’immenso palazzo dei Gonzaga a Mantova, meta di numerose gite. Le mostre erano allestite in tutte le classi del liceo, segnalate con sgargianti cartelli di colori diversi. Gli spettatori avevano sia la possibilità di assistere sia agli spettacoli degli artisti, sia quella di ammirare le bellissime opere esposte… magari scattando qualche foto ricordo!

Tra tutti gli studenti – artisti presenti alla Notte Bianca, abbiamo deciso di intervistare Giacomo Zibordi e capire direttamente dalle sue parole cosa lo ha spinto ad intraprendere la strada della musica classica.

Cosa ha ispirato la tua passione per la musica classica?

Nella mia famiglia c’è sempre stata la passione, coltivata in particolare da mia nonna, che – avendoci lasciato un magnifico pianoforte – mi ha trasmesso il suo interesse nei confronti della musica classica. Perciò ho deciso di intraprendere questo viaggio nel mondo della musica, frequentando regolarmente il Conservatorio Paganini. uno dei miei progetti per gli anni a venire sarebbe quello di trasferirmi in Francia.

 
Perché hai scelto la sonata opera 14 N°1 di Beethoven?

Ho scelto l’opera 14 n°1 grazie all’appoggio dei miei genitori, loro mi hanno sostenuto sempre all’idea di esibirmi davanti ad un pubblico durante la Notte Nazionale dei Licei Classici; inoltre mi hanno da sempre appassionato le opere di Beethoven, però, tra tutte, questa è in assoluto la mia preferita perché dà la possibilità alla mia mente di evadere per quei 40 minuti, distogliendo il mio sguardo dalla realtà e facendolo dirigere verso la fantasia.

Hai parlato in modo molto positivo di quest’opera, mi sapresti dire, anche in modo generico, quale parte dell’opera ti colpisce di più?

Devo ammettere che la scelta sia molto complicata, dal momento che adoro quest’opera in ogni suo dettaglio; però se dovessi scegliere, direi che la parte che più preferisco è la terza, formata da un vivace rondò, e completata sul finale con una sequenza di Triplette che, a mio parere, risultano molto vivaci. 

 

 

OP.14 n°1 Beethoven