Il carcere: perché andrebbe cambiato

Il carcere è definito come “luogo in cui vengono rinchiuse le persone nel tentativo di privare la persona di libertà personale si sconta una pena” ma così non dovrebbe essere. Il problema di fondo è nella società, di tutti i paesi, iniziamo dal primo grande problema, il costo.

 “Mantenere” un detenuto costa quanto un Università élite, questo si potrebbe giustificare se si pensa al costo del cibo o il mantenimento della struttura, ma la realtà dei fatti è che lo scopo è sbagliato, bisognerebbe rieducare i detenuti con percorsi psicologici e personali per comprendere perché hanno fatto ciò che hanno fatto e dare loro una nuova prospettiva di vita, ma purtroppo non è ciò che avviene. Lo scopo ormai è allontanarli dalla società, quasi come se fosse una punizione, trattati male, in un ambiente sgradevole e senza nessun rispetto o pudore, la tecnica adottata è il trauma.

Questa tecnica consiste nel dare un così brutto ricordo nella speranza che essi facciano di tutto per non tornarci mai, non è un ragionamento del tutto sbagliato, ma stando alla realtà dei fatti dopo l’ergastolo il reintegro in società è estremamente complicato per non parlare dei danni personali che subisce, sia dal punto di vista lavorativo che psicologico. Dopo questo tipo di esperienze, senza prospettive future o dignità personale le persone non hanno più niente da perdere e allora così si crea un clima continuo di criminalità.

La mia domanda è, se il problema è così evidente e svantaggioso sia per le tasche dello stato che per la società perché non si fa nulla al riguardo?

Flavia Cifariello, III A