LGBTQ+: facciamo un po’ di chiarezza

Sono trascorsi pochi giorni dal 17 Maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, istituita per la prima volta nel 2007 per ricordare tutte le vittime di omofobia, bifobia e transfobia. Perciò, in onore di questa giornata, è bene fare un po’ di chiarezza sulla storia dell’LGBTQ+, in modo da abbattere alcune false credenze e pregiudizi ancora presenti.

Già andando a scavare tra i reperti Egizi, risalenti a più di 4400 anni fa, possiamo ritrovare un dipinto molto particolare. Esso rappresenta Khnumhotep e Niankhkhnum, due schiavi in procinto di baciarsi e che probabilmente vennero anche sepolti insieme. Altre fonti risalgono invece ai Frigi, dove le persone di sesso maschile che si sentivano donne venivano castrate e riconosciute donne a tutti gli effetti, così da poter vivere la propria identità di genere con serenità. Ma le fonti principali che confermano la presenza di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ risalgono all’ antica Grecia, dove l’omosessualità veniva trattata con normalità tra i nobili e soprattutto tra i giovani, in quanto i loro maestri spesso ritenevano opportuno educarli anche tramite atti sessuali, considerati riti di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ma la pederastia, (dal greco antico παῖς, “ragazzo” o “fanciullo”, ed εραστής, “amante”), non si limitava a semplici atti sessuali, e a confermarlo sono i molteplici dipinti, narrazioni, miti e testi filosofici, come ad esempio il Simposio di Platone, dove si esalta l’amore in ogni sua forma, (sebbene più avanti con il tempo Platone stesso si contraddisse, dichiarando che l’amore tra persone dello stesso sesso fosse “innaturale”). Tuttavia questa è un affermazione totalmente errata, in quanto possiamo trovare anche negli animali numerose coppie omosessuali, che si uniscono non solo per compiere atti sessuali ma anche per crescere insieme dei cuccioli. 

Proprio grazie a queste fonti possiamo abbattere il comune pregiudizio che il mondo dell’LGBT sia una novità ideata dagli uomini, ma restano ancora molte altre credenze da demolire.

Un esempio è l’idea che essere gay sia una deviazione sessuale, pari alla pedofilia ed alla necrofilia, o che sia addirittura un disturbo mentale. Questo concetto  fu negato ufficialmente il 17 Maggio 1990, in quanto l’omosessualità fino ad allora rientrava nell’elenco dei disturbi mentali, ma in seguito a diversi studi si comprese che la sessualità è solo uno spettro che presenta diverse sfumature e che non vi è nessuna spiegazione psicologica, sociale, genetica o ormonale che possa determinare lo sviluppo dell’orientamento sessuale di un individuo. In passato però, le menti delle persone erano ancora troppo chiuse, perciò spesso si ricorreva a terapie di conversione dove si utilizzava l’elettroshock, la suggestione ipnotica o delle iniezioni di farmaci per cercare di cambiare l’orientamento di una persona. Queste pratiche  hanno però portato i soggetti di questi esperimenti a sviluppare un odio smisurato nei propri confronti, a tal punto da ripudiarsi e da ricorrere al suicidio. Ciò avvenne soprattutto negli anni 80’, quando scoppiò una bufera a causa dell’AIDS, all’epoca considerato  “il cancro dei gay”.

Proprio per questo la comunità LGBTQ+ ,(acronimo che sta per lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer/questioning), ha da sempre provato a sostenere tutte le persone vittime di omotransfobia, creando numerosi movimenti ed associazioni per farsi forza a vicenda. Uno dei privi attivisti italiani fu lo storico della scienza Aldo Mieli, noto per i suoi studi sulla sessualità, ma anche all’estero Sigmund Freud e Magnus Hirschfeld, scienziato tedesco che nel 1919 pubblicò la prima rivista di sessuologia, fondò la prima organizzazione per i diritti degli omosessuali e aprì un istituto a Berlino (nonostante nel 1933 esso fu bruciato insieme ai suoi libri a causa dei nazisti). Malgrado ciò, queste pubblicazioni, così come molte altre, rivoluzionarono il modo di pensare di molte persone, in quanto nei testi si trattava l’omosessualità come una peculiarità di alcuni esseri viventi e non come una malattia. Purtroppo questa progressione mentale venne subito soppressa a causa del nazismo e del fascismo, ma nessuno si perse d’animo, e a testimoniarlo sono i moti di Stonewall, avvenuti nel 1969 dopo che dei poliziotti fecero irruzione nel Stonewall Ill, un locale frequentato da persone appartenenti all’LGBTQ+. Essi arrestarono numerose persone in quanto vestite con abiti “appartenenti al sesso opposto”, per questo Sylvia Riviera, una donna transgender presente nel locale, scagliò una bottiglia di vetro contro un poliziotto, dando così inizio ad un insurrezione che si protrasse per giorni e che portò sotto i riflettori la situazione delle persone appartenenti all LGBTQ+, vittime di continue discriminazioni. Quest’episodio giocò un ruolo fondamentale nella storia, tant’è vero che viene tutt’oggi commemorato durante i Gay Pride, marce che si tengono ogni anno in numerosi paesi per celebrare l’accettazione della comunità e per rivendicare i diritti non ancora acquisiti. Di questi diritti si occupano diverse associazioni, che si crearono soprattutto dopo i moti di Stonewall, in modo da creare maggior supporto e soprattutto permettendo il raggiungimento di numerosi obbiettivi, come ad esempio l’unione civile tra persone omosessuali o l’omogenitorialità, nonostante siano ancora vietate in diversi paesi.

Una di queste associazioni, tra le più importanti in Italia, è Arcigay, che lotta contro ogni forma di discriminazione e violenza e organizza diverse manifestazioni per raggiungere la parità dei diritti e per garantire maggior rispetto e benessere nella società. Infatti la paura del “diverso” è una paura totalmente irrazionale, in quanto tutti noi siamo diversi l’uno dall’altro ed è proprio questo a renderci umani.

Flavia Helena Rispoli, II Q