DCA, che cos’è?

 

L’acronimo “DCA” sta per “disturbo del comportamento alimentare”, fa parte dei disturbi mentali più comuni specialmente in età adolescenziale; ne esistono diverse tipologie che fanno parte del manuale “MSD” quali: anoressia nervosa, disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo, disturbo da alimentazione incontrollata, bulimia nervosa, picacismo, disturbo da ruminazione.
– Anoressia nervosa: questo disturbo, da non confondere con l’anoressia che non fa parte dei disturbi alimentari, comporta la costante ricerca di magrezza ed una visione distorta del proprio corpo, i soggetti che ne sono affetti tendono ad avere una grande paura di ingrassare e ciò li porta a restringere la quantità di cibo necessaria.

– Disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo: questi pazienti tendono a non voler assumere quantità normali di cibo, ma non per preoccupazioni per fisico o peso, spesso sono molto schizzinosi riguardo a, per esempio, alcune consistenze del cibo, oppure temono conseguenze come soffocamento o vomito dopo l’assunzione dello stesso.

– Disturbo da alimentazione incontrollata: è caratterizzato da un consumo eccessivo ed incontrollato di cibo, i pazienti con questa condizione si sentono spesso angosciati ed in colpa per la loro perdita di controllo e spesso in seguito tendono ad apporre restrizioni. – Bulimia nervosa: comporta l’assunzione di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo e nel tentativo del soggetto, in seguito, di porre rimedio ad esempio vomitando o usando lassativi.

– Picacismo: consiste nel mangiare regolarmente cose non commestibili. – Disturbo da ruminazione: consiste nel rigurgitare ciò che si era assunto in precedenza.
Troviamo però diverse sottocategorie che al momento non fanno parte del manuale e non sono quindi diagnosticabili per esempio l’ortoressia che consiste nel riuscire a mangiare solo cibi definiti “sani” o la vigoressia che prevede un eccessivo bisogno di essere muscolosi. 
I DCA sono presenti prevalentemente nei soggetti femminili (per ogni 9 ragazze che ne sono affette in media c’è un ragazzo), tuttavia i casi maschili sono in aumento costante, il che però potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che sempre più ragazzi si fanno avanti chiedendo aiuto; nei maschi i sintomi si presentano spesso in età tardiva rispetto a quella femminile (intorno ai 19 anni) e sembrano essere meglio controllati, anche perché spesso tendono a non essere ossessionati dal peso corporeo quanto alla massa muscolare, il che permette di non sottoporsi a perdite di peso vertiginose. Mentre nelle donne questi disturbi possono portare alla perdita del ciclo mestruale, negli uomini può portare ad un abbassamento dei livelli di testosterone ed una perdita nell’interesse sessuale.
DCA e Covid
Con l’arrivo dello stato d’emergenza dal 2020 in poi, non sono solo aumentati i casi di tentati suicidi o altre patologie psichiatriche, ma c’è stato anche un grosso incremento dei casi di disturbi dell’alimentazione (ed un conseguente aggravarsi dei casi già certificati). Si parla di un aumento di circa il 40% e sono circa 5000 i casi presi dopo la pandemia con una maggioranza di circa il 90% per le ragazze ed un 10% per i ragazzi; inoltre si è anche notevolmente abbassata la soglia di età della comparsa dei sintomi, infatti il 58% di questi ha tra i 13 ed i 25 anni, mentre è presente una minoranza addirittura sotto i 12 anni; cresce anche la componente maschile che interessa il 10% dei pazienti tra i 12 ed i 17 anni.
Le motivazioni principali di questo incremento sono per lo più: l’interruzione della quotidianità (orari sfasati e non distinti hanno portato molti a fare un maggiore numero di spuntini e non potendo uscire la libertà e l’attività fisica erano molto limitate), l’aumento dell’utilizzo della tecnologia (un utilizzo frequente dei social è legato ad una maggior possibilità di sviluppare un DCA), un grande disagio emotivo (le persone a volte per regolare il grande stress che la pandemia ha portato tendevano a mangiare in maniera disordinata).
Diventa sempre più difficile, pertanto, ricevere aiuto e le liste per i ricoveri ospedalieri sono sempre più lunghe, questo perché c’è grande carenza di servizi territoriali e manca quindi assistenza per tutti.

Marta Loffredo e Sofia Calcagni, III C