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“Due famiglie per crescere” – strategie d’intervento in favore dei minori stranieri non accompagnati

foto di Francesca Prudenza e Giovanna Borrelli

Il 23 maggio, presso l’Auditorium del Polo Liceale Mattioli di Vasto, i ragazzi di quinta hanno partecipato al convegno/tavolo tematico “Due Famiglie per Crescere“, volto alla sensibilizzazione dei giovani a proposito dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

L’incontro è stato organizzato dall’avvocato Rosa Milano, responsabile della parte amministrativa, del rapporto con gli enti e della comunicazione per il Consorzio Matrix. A mediare l’appuntamento il giornalista Pino Cavuoti, direttore di Radio Orizzonte Molise e consigliere regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Molise. Gli ospiti si sono confrontati sulle strategie di intervento in favore dei minori stranieri non accompagnati, sulle normative e le pratiche relative all’esperienza di affido.

La partecipazione dei sindaci di Vasto, Carunchio, Monteodorisio, Carpineto Sinello, Fresagrandinaria ha avviato l’incontro.

Catia Di Fabio, sindaco di Monteodorisio,  intervenuta sullo sportello affidamento e le dinamiche inclusive, ha ricordato l’ECAD (Ente Capofila di Ambito Distrettuale) di cui lei è presidente e capofila. L’ECAD è un ente d’ambito che racchiude 21 comuni del territorio, da sempre impegnati sul tema delicato e complicato dell’accoglienza di minori non accompagnati, delle adozioni e degli affidi. E’ un servizio volto ad assistere le famiglie in tutto il loro percorso adottivo attraverso il confronto con professionisti del settore. 

L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Vasto Nicola della Gatta ha descritto l’importanza della valorizzazione del nostro territorio affinché venga promossa la cooperazione sociale.

Ha preso poi la parola il magistrato abruzzese Italo Radoccia, attualmente giudice presso il Tribunale dei Minorenni de L’Aquila. Il magistrato ha illustrato il ruolo del Tribunale dei Minori nei percorsi di affidamento familiare. “Il livello di cultura di una civiltà – afferma Radoccia – si misura proprio sull’attenzione e la tutela che vengono date alle fasce deboli”. “La nostra storia ha avuto un’evoluzione enorme, sono cambiati completamente i paradigmi. Forse il primo evento che ha comportato una svolta di emancipazione si è avuto con l’Illuminismo e con la rivoluzione francese. Per la prima volta si è cominciato a riflettere sul ruolo che devono avere tutti i soggetti che partecipano alla società, compresi i minori. Col tempo, una serie di convenzioni internazionali hanno posto al centro una realtà giuridica di tutela dei minori all’interno della famiglia. Anche la famiglia ha subito dei cambiamenti epocali nel corso della storia. Fino a pochi anni fa, il concetto di famiglia era diverso da quello attuale. Oggi esistono modelli plurali di famiglia che rispecchiano la società liquida in cui viviamo. Ma il bisogno familiare rimane, è comunque avvertito in tutte le culture”.

Tramite collegamento webcam è stato possibile ascoltare le parole di Giulia Mariani, rappresentante dell’Ufficio Minori Stranieri non accompagnati Servizio Centrale che ha sottolineato l’importanza del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione). Il SAI è la rete degli enti locali che per la realizzazione dei progetti di accoglienza integrata accedono alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi d’asilo del Ministero dell’Interno. Sempre in collegamento webcam è intervenuta la Dott.ssa Sara Del Sole,  psicologa e psicoterapeuta Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni de L’Aquila che ha parlato del ruolo dei tutori volontari.

TESTIMONIANZE

Oltre a riflettere sull’importanza umanitaria della pratica dell’affido, c’è stata la testimonianza concreta della prof.ssa Giuseppina Addeo. La docente ha avuto un’esperienza diretta nell’ambito della presa in affido di minori stranieri non accompagnati, in quanto è stata la madre in affido di svariati ragazzi presenti alla conferenza. Le testimonianze toccanti dei ragazzi hanno permesso di comprendere ancor più nel profondo l’amore che può unire due individui, legati non da una corrispondenza genetica ma da un rapporto di affetto e rispetto reciproco che si costruisce giorno dopo giorno, con il fine di perseguire un obiettivo comune: l’integrazione e la partecipazione attiva nella società. 

A seguire, il discorso della Dirigente Scolastica della nuova direzione didattica di Vasto, Concetta Delle Donne, rivolto proprio ai ragazzi per istruirli sull'”arte” della socializzazione e dell’ inclusione.

Ha preso poi la parola Luigi Ferraro, Presidente della fondazione “Giuseppe Ferraro” che,  a seguito di un lutto personale, insieme alla moglie, ha deciso di creare una Onlus che si occupa di garantire i diritti a tutti i bambini senza alcuna discriminazione. Il disagio minorile è il punto focale al quale è rivolta l’attività della Fondazione. La promozione dei diritti dei minori e l’aiuto alle famiglie in difficoltà è alla base di tutto il lavoro: dalla risposta alle emergenze ai progetti di accesso all’educazione.

Lo scopo è di promuovere gli ideali di famiglia e di unità che nella società contemporanea spesso vengono a mancare.

A conclusione dell’incontro i saluti dell’assessore Anna Bosco che ha rinnovato i ringraziamenti al Consorzio Matrix, all’organizzatrice del convegno, l’avvocato Rosa Milano, agli ospiti tutti e alla scuola Mattioli che come sempre si distingue per l’ospitalità e l’accoglienza, per progetti e iniziative di livello. “Oggi impariamo – aggiunge la Bosco – che c’è un livello istituzionale che lavora per asilo, accoglienza, inclusione; che la presenza di tanti sindaci non è scontata, non è banale, non capita sempre; che questa iniziativa è anche un invito a voi ragazzi per diventare aspiranti tutori, per diventare promotori di un’accoglienza che parte dal saluto, da un sorriso, da una stretta di mano”.

Dovremmo tutti riflettere in proposito e fare di queste persone coraggiose i nostri esempi. Chiunque si deve sentire accettato e noi tutti dovremmo impegnarci per aiutare i più bisognosi. Oltre ad occuparci dei bambini ucraini, in fuga dalla guerra, bisogna pensare anche a tutte le altre persone, di diversa nazionalità, che ci chiedono aiuto. Insieme possiamo fare la differenza.

Ester Del Borrello e Maria Chiara Stefano