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“Che fare con la novità rappresentata dalla rete, e in generale dalla civiltà digitale? Accettarla o rifiutarla?”

Quello di privare un essere umano di ogni suo strumentario e di depositarlo nella giungla può essere l’argomento di una distrofia fantascientifica o di un serial televisivo di grande popolarità, ma il suo carattere artificioso lo rende impermeabile a qualsiasi seria riflessione. Sulla scorta di questo pensiero voglio fare delle considerazioni in merito, in quanto l’uomo, crescendo, modificandosi e rapportandosi con gli altri, ha subito uno sviluppo tecnologico molto forte. Per l’uomo la scoperta e lo sviluppo della tecnologia, soprattutto nell’ambito scientifico, matematico, chimico ma anche filosofico, è stato, ed è un punto di inizio per qualsiasi esperimento o ricerca che l’uomo svolge. Ma allora ci chiediamo se bisogna accettare, o rifiutare in generale la civiltà digitale; a questo quesito, non si può dare una risposta ben precisa, ma si può solo discutere, poiché analizzando la civiltà digitale, si capisce che non vi è alcun rapporto umano, questo può essere un pregio o un difetto; un pregio perché si possono “pubblicare” le proprie idee senza che qualcuno lo imponga, ma può essere anche un difetto in quanto possiamo non avere risposte ma soprattutto non sappiamo da chi provengono le risposte; il web è un mondo vastissimo, non possiamo mai sapere con chi parliamo, o se parliamo con la persona giusta, ma quello che il web ci offre è la conoscenza cioè la possibilità di fare delle ricerche soltanto utilizzando un apparecchio tecnologico. Prendo in considerazione un ambito a me molto caro, la medicina, oggi è immersa nella tecnologia, in quanto, riesce ad utilizzarla per aiutare persone malate, attraverso macchine sofisticate presenti nelle sale operatorie, che ormai, già da qualche anno si servono di queste per svolgere operazioni molto delicate. Ascoltando notizie attraverso la tecnologia, quindi qualcosa che lei mi offre, noto che a volte si tende a dare più importanza a questa, che alle capacità scientifiche o culturali dell’uomo; per questo penso che la sua presenza nel nostro mondo possa anche non essere indispensabile, mi viene così in mente l’epoca che i miei nonni hanno vissuto, dove la tecnologia era solo una semplice scoperta che ancora non era conosciuta a fondo. Le questioni di quel periodo erano serene e riuscivano a vivere anche senza di questa, per questo mi chiedo perché noi non siamo in grado? La domanda sorge spontanea, ma credo che la popolazione di quest’epoca possa trovarsi, spaesata e immotivata se per mezza giornata togliessero l’utilizzo della tecnologia. Anche i ragazzi di oggi viviamo di tecnologia, questo viene dimostrato dall’utilizzo eccessivo di apparecchi elettronici che la tecnologia ci fornisce. Nonostante tutto però il rapporto tra tecnologia e scienza o cultura proprio in questi anni ci ha aiutato e ci aiuta ancora oggi. Siamo nel 2022 nel bel mezzo di una pandemia mondiale, possiamo dire solo grazie alla tecnologia perché noi studenti abbiamo avuto la possibilità di seguire le lezioni a distanza. Allora tornando al primo quesito, è impossibile dare una risposta che sia o un sì o un no nel momento in cui dobbiamo decidere se accettare o rifiutare la tecnologia, poiché ciascuno di noi deve formulare e assumersi il carico della risposta, la pena per chi non conosce il senso filosofico delle sue scelte di vita è vivere quelle scelte da vittima anziché da protagonista; con questo concludo dicendo che tutto quello che abbiamo a disposizione c’è perché ci è stato dato e ci è offerto ogni giorno.

Chiara Monaco 4A