Una crisi può essere un’opportunità

Secondo me una crisi non può rappresentare una vera e propria opportunità, almeno non per tutti: sono molte le persone che in questo momento hanno perso il lavoro, non riuscendo neanche a guadagnare il minimo necessario per sopravvivere, altre invece si arricchiscono continuando ad ostentare i propri beni e l’opportunità, data dall’agio, di trascorrerlo comodamente, quasi fosse un tempo di vacanza.
Durante questo periodo è certamente il tempo, l’opportunità che tutti abbiamo condiviso: abbiamo avuto tanto tempo libero per pensare e capire chi siamo e dove abbiamo intenzione di andare, per coltivare hobby o scoprirne altri. Ma le riflessioni,come i desideri, fanno sempre i conti con la realtà e purtroppo molti di questi non sono praticabili durante questo periodo di segregazione forzata: è il caso degli sport di squadra e pure di quelli praticabili al chiuso, che non sono ancora disponibili: come piscine e palestre, con alcune eccezioni (infatti è da circa una settimana che e stata approvata la riapertura di molte scuole calcio agonistiche).
La chiusura forzata di tutte le scuole, avrebbe potuto rappresentare un opportunità se nel frattempo qualcuno si fosse preoccupato di rendere quei locali agibili ad un uso più sicuro, ad esempio, o se tutti fin dall’inizio avessimo avuto mezzi e docenti capaci a svolgere didattica a distanza(la mia scuola rappresenta purtroppo ancora un eccezione positiva, almeno nella mia città ). Le riunioni virtuali tramite pc o tablet che hanno di fatto permesso di non rallentare ulteriormente l’istruzione di noi ragazzi, non hanno tardato a far emergere delle criticità: sono molte le scappatoie che i ragazzi meno volenterosi possono utilizzare per “scansarsi” le interrogazioni o ottenere l’aiuto dei compagni più preparati per superarle e quantunque i professori si impegnino a capire chi studia e chi lo fa meno, la cosa rimane complicata, col risultato che i criteri di valutazione si sono abbassati di molto e i livelli di preparazione uniformati. Tutta apparenza, certo, ma tant’è!
Durante la quarantena, personalmente ho passato le giornate studiando e giocando con gli amici ai videogiochi oppure stando in chiamata con loro, per compensare tutto il tempo che ci é stato sottratto con la chiusura delle scuole e con le varie limitazioni instaurate nel corso del tempo. Inoltre ho iniziato anche ad allenarli, ma purtroppo i mezzi sono quei pochi che riesco a tenere a casa e non mangiare per noia sta diventando sempre più difficile: ho iniziato anche a disegnare e a leggere alcuni libri inerenti l’economia aziendale incuriosito dal funzionamento del mercato azionario.
Credo che di questa quarantena conserverei tutti gli aspetti sia belli che brutti perché mi hanno aiutato tutti quanti a crescere, specie in quella capacità critica e di adattamento che mia madre mi riconosce con orgoglio ma sempre con un pizzico di apprensione.
In somma: non sono sicuro che per tutti i greci fosse una parola positiva la parola crisi: mi viene il dubbio che lo fosse di più per quelli che il campo di grano lo possedevano e che sia così anche oggi.