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Curiosità sul grande condottiero macedone Alessandro Magno

 

Alessandro Magno fu un famoso condottiero macedone che, in pochi anni e in giovanissima età, conquistò gran parte dei territori allora conosciuti. Il suo regno si estendeva attraverso tre continenti: dalla valle dell’Indo ai confini con l’India, dall’Asia Minore alle invalicabili catene montuose dell’Hindukush, fino ai deserti d’Egitto.

Alessandro non si fece mai raffigurare con la barba ma sempre con un aspetto giovanile e  i capelli fluenti, al contrario di tutti i generali macedoni che lo avevano preceduto, introducendo così la moda di un volto imberbe .

La leggenda narra della sua origine divina . Riporta come sua madre, prima di partorirlo, sia stata colpita da una folgore e come a generarlo sia stato Zeus, re degli dei. Questo forse il motivo della sua eterocromia (aveva gli occhi di due colori diversi: uno marrone e uno azzurro),  simbolo della sua presunta nascita ieratica. Secondo il mito discendeva da Achille, da parte di madre, e da Ercole, da parte di padre.

Suo precettore fu il celeberrimo Aristotele, che farà studiare al giovane Alessandro argomenti fra i più svariati: dalla cultura greca all’arte drammaturgica, dalla geografia alle scienze naturali, dalla letteratura alla filosofia, rendendolo un uomo colto e scaltro, come testimoniano i suoi continui successi in ambito militare. Lo Stagirita divenne suo maestro quando Alessandro aveva solo tredici anni. Le lezioni si tenevano per lo più presso il ninfeo di Nieza, luogo molto silenzioso, non lontano da Pella (città natale del formidabile condottiero), e vi partecipavano anche diversi nobili macedoni. Alessandro si affezionò talmente tanto al suo insegnante da affermare che “sebbene fosse stato suo padre a donargli la vita, fu Aristotele a insegnargli come vivere rettamente”.

Il condottiero macedone fu un grande amante degli animali: la prima volta che vide dei pavoni rimase così sorpreso dalla loro bellezza da impedire che fossero uccisi. In Asia si fece accompagnare da una serie di esperti affinché raccogliessero informazioni su flora e fauna; richiese ad allevatori, cacciatori e pescatori di avvisarlo di ogni creatura particolare da loro avvistata. Uno dei suoi più cari e fedeli compagni fu il suo cavallo, Bucefalo.  Non è noto perché il cavallo si chiamasse così, si suppone  fosse per la sua marchiatura o per la sua testardaggine. Pare che Alessandro sia stato l’unico a riuscire a cavalcarlo. Era talmente affezionato a quel cavallo che alla sua morte fondò una citta con il suo nome, Alessandria Bucefala (oggi Jhelum, nel Punjab pakistano); la stessa cosa fece con un secondo cavallo a lui molto caro, Peritas.

Ebbe anche numerose amanti, fra cui si ricorda Roxane, che sposò per precise ragioni politiche. Ma il suo vero grande amore fu l’amico d’infanzia Efestione, forse di origine ateniese, anche lui discepolo di Aristotele. Lo accompagnò in guerra con ruoli militari importantissimi e come capo della guardia personale. La loro  unione era paragonabile a quella di Achille e Patroclo, i due grandi amanti dell’antichità omerica. La storiografia, fino a qualche anno fa, quando accennava a questo rapporto, era molto “cauta” e non lo definiva esplicitamente come un vero e proprio rapporto amoroso.  Efestione morì, colpito da una malattia (al contrario di quanto raccontato nel mito tradizionale), pochi mesi prima di Alessandro e quest’ultimo volle, in suo onore, attribuirgli la fama tipica degli eroi. Organizzò, inoltre, dei giochi funerari della durata di tre giorni, proprio come Achille aveva fatto per Patroclo. 

Alessandro morì a Babilonia il 10 giugno del 323 a.C. , non aveva ancora compiuto 33 anni. Le sue spoglie vennero trasferite ad Alessandria d’Egitto, forse la città da lui più amata. In questo luogo si recheranno, reverenzialmente nel tempo, diversi Imperatori (Augusto, Adriano, Settimio Severo, Caracalla etc. etc.). La collocazione della sua tomba è tuttora sconosciuta.

Michelangelo Grimaldi