“Siate il meglio di qualunque cosa siate…”

“Siate il meglio di qualunque cosa siate. Se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate un cespuglio sulla sponda del ruscello.

Siate un cespuglio se non potete essere un albero, siate il meglio di qualunque cosa siate.

Cercate ardentemente di scoprire a cosa siete chiamati, e poi mettetevi a farlo appassionatamente.”

M.L. King

Da qualche mese, sto cercando di pensare a cosa voglio fare nel futuro e ai progetti che vorrei realizzare prossimamente.

Nell’ultimo periodo zii, parenti, genitori e cugini stanno cercando di aiutarmi per la scelta delle scuole superiori; io accetto i consigli e gli aiuti, ma penso che la decisione più importante spetti a me.

Alcuni mi consigliano di iscrivermi allo Scientifico per gli sbocchi che potrò avere per l’università, altri ancora il Classico o il Linguistico; insomma tutti, tranne mio cugino Mirko, mi dicono che il liceo che voglio fare io, cioè l’ARTISTICO, è “inutile”, invece mio cugino dice che devo fare una scuola che mi fa stare bene.

Perché voglio fare l’Artistico? Beh, perché mi piace l’arte in tutte le sue forme, mi piace dipingere, disegnare e addirittura Storia dell’Arte che non piace praticamente a nessuno. Magari mi stancherò o non riuscirò a reggere le tavole di arte, lo studio o i corsi doposcuola, ma per ora voglio fare questo.

Oggi la prof.ssa Rista ci ha raccontato una storia di due fratelli che, un giorno, si trovarono davanti una pietra su cui c’era scritto che, se avessero fatto tutto ciò che era indicato dalla pietra, avrebbero trovato la felicità; il fratello maggiore era incerto ma il fratello minore ha voluto provare a trovare questa felicità.

In quel momento mi sentivo come il fratello maggiore che non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Ora, visto che devo fare questa scelta molto importante, mi rispecchio col fratello minore. Ci provo, anche se non avrò i miei amici più stretti al mio fianco, anche se non farò più le stupidate con loro ma con altre persone, se cambierò professori e ci vorrà un po’ ad adattarmi.

Io mi butto, “mi butto che è morbido” e se scopro che è duro ci riprovo finché non mi rendo conto che è morbido! 

Sotto sotto ho un po’ di paura per il primo giorno di scuola, i compagni nuovi, i professori e a cosa vado incontro, ma voglio provare il brivido del rischio, voglio sentire veramente l’ansia dentro, ma non per una verifica di matematica o per un torneuccio dei verbi con un argomento nuovo o un nuovo complemento, ma varcare quel cancello, mettere piede nella nuova classe, sedermi in quella sedia e dire: ce l’ho fatta!!  

Angelica Soldani, 3E, Marconi