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Una suggestiva immersione nella Riserva Naturale della Valle dell’Orfento

“Per alcuni la guerra sarà il ricordo di vittorie gloriose conquistate da uomini armati che avanzano insieme. Per noi il grande ricordo sarà quello di una difficile fuga sostenuta da gente di buon cuore, che ci aveva salvato rischiando la vita mentre noi lottavamo per andare avanti aiutandoci l’un l’altro come meglio potevamo. POVERA GENTE, POVERI NOI” 

Foto di Sara Prencipe

Con queste parole termina il suo diario il caporalmaggiore neozelandese John Evelyn Broad, pubblicato nel 1945 ma solo ora tradotto in italiano, sulla cui avvincente vicenda è stata incentrata l’escursione organizzata il 2 ottobre in occasione delle Giornate del Pianeta Terra, giornate pianificate dal Centro Culturale VastoScienza. Tra gli incredibili scorci della Riserva Naturale della Valle dell’Orfento, gli alunni delle classi quinte hanno avuto la possibilità di conoscere un frammento di storia, della nostra storia radicata nel territorio, che non vede come unici protagonisti John e due dei suoi compagni, ma anche tutti gli abitanti di Caramanico e dintorni, artefici della salvezza dei tre soldati. 

CHI È JOHN BROAD? 

Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, John arriva in Libia, al tempo colonia fascista, dove, sopravvissuto ai sanguinosi combattimenti, viene catturato e tenuto prigioniero per un anno nel campo di Bengasi. Successivamente, attraversa il mare in 12 giorni di turbolenta traversata per giungere al campo di lavoro del villaggio di Acquafredda dal quale riesce a scappare assieme a due suoi compagni. Ormai fuggitivi trovano riparo a Santa Croce, oggi frazione di Caramanico, dove gli abitanti li aiutano a oltrepassare la catena montuosa e raggiungere gli alleati. 

IMMERSI TRA NATURA E STORIA 

L’escursione ha percorso alcune delle tappe principali dell’itinerario della fuga dei tre soldati partendo proprio dai vicoli di Santa Croce, dove furono accolti dall’umile gente del posto. Sul suo diario sono riportati i nomi e i cognomi di tutti coloro che hanno offerto aiuto affinché non venissero dimenticati.  

Foto di Sara Prencipe

Gli studenti hanno poi lasciato le strade del paese per addentrarsi nel vero e proprio percorso naturalistico della Riserva che li ha portati alla seconda meta, la Masseria, il terzo rifugio utilizzato da John. Questa fattoria era diventata un porto sicuro per i nostri fuggitivi che avevano ritrovato, dopo tempo, una sorta di pace, accompagnati nelle loro giornate dai piacevoli suoni degli animali e della montagna.  

Da questa masseria, della quale rimangono oggi solo dei ruderi, gli studenti sono scesi a valle, camminando tra sentieri meno impervi dei precedenti, ammirando il foliage autunnale che adorna l’ampia vallata, fino a giungere alla terza tappa. Quest’ultima permette di osservare la Grotta di San Nicola, un secondo rifugio dei tre commilitoni neozelandesi. Qui John ed i suoi compagni dovettero affrontare il periodo più difficile dei loro 7 mesi di permanenza nei pressi di Caramanico. Vi giunsero ad inverno inoltrato, gennaio per la precisione, affrontando le intemperie stagionali, rischiando di perdere la vita per via di una violenta slavina che li travolse in pieno. La loro salvezza fu un miracolo. Grazie agli aiuti dei loro amici abruzzesi riuscirono a liberarsi dai possenti cumuli di neve e a trovare un nuovo riparo evitando l’ipotermia. 

Foto di Sara Prencipe

L’itinerario dei visitatori si conclude con la quarta tappa, posta sempre a valle, lungo il corso dell’Orfento. Si tratta dell’ultima “dimora” dei soldati, la  Grotta di Cantrella, utilizzata in attesa dello scioglimento della neve che ostruiva il percorso che avrebbe condotto John ed i suoi compagni alla salvezza. 

In ognuna di queste tappe gli studenti hanno potuto ascoltare sia il racconto  di John sia i tipici canti pastorali che il soldato aveva assimilato vivendo a stretto contatto con la gente del posto, grazie alla voce narrante di Francesca Camilla D’Amico, guida escursionista e attrice della compagnia Bradamante Teatro Racconto Territori.

 Un’ interessante escursione rievocativa che ha ben coniugato gli avvenimenti salienti dei tre protagonisti con la suggestiva immersione nella splendida Riserva Naturale della Valle dell’Orfento. Un’esperienza singolare  che ha lasciato il segno nel cuore dei partecipanti. 

 

 

Stefania Capuano