UNA TERRA CHE MERITA UN FUTURO

Conquista il primo posto, in ex aequo con Lorella Trigilio, Lorenzo Luciani, della classe I QL Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Quadriennale, dell’Istituto “A. Ruiz” di Augusta , nel concorso “Regioniamoci, canti, storie e balli che ci appartengono”, per la sezione “Prosa”.

1 2 3 2, ricordo bene quel numero, è l’inizio di una storia, di un popolo, di un modo di essere, è la data in cui nacque un’importantissima località, che ancora oggi mi attrae grazie alle sue acque che riflettono l’immagine del suo imponente porto. Inizialmente il mio obiettivo era costruire un ulteriore centro militare per sorvegliare i nemici che solcavano il mare. Era un punto praticamente perfetto, riuscivo ad osservare l’orizzonte praticamente da tutte le angolazioni. Anche solo pensando quell’isola desolata, riuscivo a visualizzare quel paese che si ergeva sul mare trasparente, ed un affascinante castello, che probabilmente porta il mio nome (è passato così tanto tempo! Mi affido ai ricordi, e non tutto ormai è nella mia memoria). Era una perfetta difesa ed una perfetta dimora, quella terra stava diventando col passare del tempo una seconda casa e i suoi cittadini una seconda famiglia. Il merito del suo splendore era dovuto solo ad una persona; il suo nome mi sembra sia Riccardo, il suo nome era accompagnato da una località, che sia forse Lentini? Ma certo, come dimenticarlo; si chiamava Riccardo Da Lentini, era un superbo architetto, artefice delle mie idee. Con lui avevo una forte intesa, riusciva a proiettare la mia mente in edifici sempre diversi e a rendermi sempre più soddisfatto: infatti affidai a lui il compito di costruire il castello del paese che amavo, era un luogo difensivo, ma quando andavo a visitarlo i miei occhi non vedevano la struttura di un edificio bellico, ma solo una casa disposta sempre ad accogliermi e ad ospitarmi. Non vissi molto in quel castello, dopo qualche anno mi ammalai e mi ritrovai qui, in questo strano posto. Continuai però ad osservare da vicino anche se fisicamente lontano quella piccola terra. A malincuore, però, mi accorsi che adesso quel luogo apparteneva ad un nemico, un nemico di sangue e di anima, è Carlo il suo nome, Carlo D’Angiò; anche se ho problemi di memoria il suo nome lo ricordo perfettamente, come si può dimenticare qualcuno che sta distruggendo la tua amata terra? Ha posto fine al mio regno, al mio futuro, alle mie idee. Sotto comando di quei diavoli sta distruggendo il popolo, lo sta sopprimendo, fisicamente e mentalmente. Quei francesi stanno bruciando l’anima dei cittadini di quella piccola isola e non solo; avevo fondato quel paese, inizialmente, solo a scopo difensivo, quel paese era stato costruito per concedere al mio regno un luogo tranquillo circondato dal mare e adesso sta accadendo l’opposto, il popolo non merita di essere screditato in questa maniera, come se fossero degli animali. Mi rassegnerò prima o poi al fatto che non potrò occuparmi del futuro di quel paese, anche perché non ne avrò più memoria, ma voglio almeno riportare il popolo ad una situazione stabile e fiorente, voglio giustizia. Sconfiggerò quei traditori con la loro stessa moneta, li umilierò con la preghiera che recitano al tramonto, questa volta a simboleggiare, però, il loro tramonto, la loro sconfitta. Saranno i Vespri a salvare il popolo. Allora? Adesso che sai la storia mi aiuterai a salvare Augusta?

 

                                                                                              Lorenzo Luciani 1QL