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Vincenzo Musacchio all’Università di Pavia per parlare di “mafie e web”.

 

L’Osservatorio Antimafie dell’Università di Pavia anche quest’anno ha presentato la rassegna “Mafie: legalità e istituzioni” dedicata a Vittorio Grevi. Lunedì 7 novembre 2022, presso l’Aula del ‘400 dell’Università di Pavia, alle ore 21, si è tenuto l’incontro dal titolo “La rete della criminalità: come le mafie operano invisibili sul web”. La serata è stata dedicata all’analisi degli aspetti critici del mondo digitale, un importante spazio di manovra per la criminalità organizzata di stampo mafioso. Sono intervenuti Cesare Giuzzi, giornalista di punta del Corriere della Sera, Andrea Rossetti docente di informatica giuridica all’Università Bicocca di Milano e il criminologo Vincenzo Musacchio. “Pensare che le nuove mafie non approfittino degli immensi affari che possono essere realizzati nel cyberspazio, è un gravissimo errore di valutazione”. Così ha esordito Vincenzo Musacchio, criminologo e docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale al Riacs di Newark. “Per le mafie il web sarà la nuova frontiera criminale del terzo millennio”. “Il nuovo potere delle mafie, ricche di capitali da investire, all’improvviso con la rete telematica internazionale non ha avuto più confini”.  “La rapida trasformazione del web ha messo a dura prova la capacità degli Stati di mantenere il passo delle mafie contemporanee”. “Grazie ad internet i mafiosi possono eseguire transazioni finanziarie in modo veloce e sicuro”. “Il traffico di droga si sta spostando dalle strade nel “dark web” e nel “deep web”. “La lotta alle nuove mafie transnazionali inevitabilmente dovrà farsi anche online”. “Non comprendere quest’aspetto per tempo significa non accorgersi delle continue metamorfosi mafiose in atto”. Musacchio ha anche ricordato la figura del professor Vittorio Grevi con un aneddoto. “In occasione della pubblicazione di un mio scritto su “Giurisprudenza Italiana” del 2004 mi capitò come valutatore proprio lui”. “Mi fece correggere le bozze tantissime volte fino a quando non ritenne il lavoro completo e degno dell’importante rivista”. “Quando ebbi l’occasione di poter parlare con lui ricordo le sue opinioni mai banali o scontate ma sempre dense di spunti critici e costruttive”. “Sarebbe bello averlo ancora tra noi a dibattere sui temi del diritto e della giustizia penale di cui era e rimane insigne Maestro”. “Manca una voce critica e pungente come la sua”.