Appuntamento in via Morone, a casa di Alessandro Manzoni

di Dario Donato, 2d

Cosa significa per un giovane visitare la casa di Alessandro Manzoni?

Avendo coscienza della sua grande importanza nella cultura italiana, è stupefacente ritrovarsi a contatto con la sua quotidianità, a maggior ragione sapendo quanto fosse un tipo riservato e diffidente. Infatti, nella casa sono rimaste invariate le stanze dello studio e della camera da letto, da quando è morto nel 1873. Se si viene accompagnati da una guida si riesce con l’immaginazione a ripercorrere le sue giornate. Si può persino vedere la tabacchiera che usava: una scatola vintage, che funzionava come antistress anche nel meccanismo di apertura. Sicuramente non avrà mai immaginato quante persone nel tempo avrebbero visto le sue due paia di occhiali: altro che venticinque lettori!

Nonostante la sua riservatezza, veniva ritratto, se pur non molto spesso, come era d’uso, date le sue origini nobili. Sia i dipinti che le fotografie sono conservati nella sua abitazione. Si possono inoltre vedere varie statue, tra cui gli immancabili Renzo e Lucia, e per chi sta intraprendendo la lettura del romanzo “I Promessi Sposi”  è alquanto interessante vedere una forma “umana” dei due e fare il confronto con la propria  immaginazione.  

La sua casa, nel pieno centro di Milano, silenziosa e con un bel giardino, gli consentirebbe forse anche oggi di godere della tranquillità necessaria per scrivere le sue opere.  

 

 

 

 

 

Risulta difficile invece immaginarlo abbigliato con la lunga veste conservata in una teca, aggirarsi nella nostra epoca, in Piazza Duomo, ma risulta ancora più difficile immaginarlo vestito diversamente, con gli abiti attuali. Però, anche se i vestiti passano di moda, ciò non è accaduto ai valori che il nostro grande scrittore ha saputo trasmetterci con le sue opere: in particolare l’onestà, la rettitudine, la semplicità, l’umiltà dei protagonisti dei Promessi Sposi, la loro fede in Dio e la loro fiducia nel destino, sono quanto mai attuali, per la loro universalità.