La Basilica di Collemaggio, un patrimonio nazionale

La basilica di Santa Maria di Collemaggio, dichiarata monumento nazionale nel 1902, è un edificio religioso dell’Aquila  dedicato a Maria Assunta,   situato appena fuori dalla cinta muraria sull’omonimo colle. La cinta muraria delimitava gli antichi confini della città ed ora ne rappresenta la separazione tra la città nuova e il centro storico.

Fu fondata nel 1288 per volere di Pietro da Morrone, incoronato papa con il nome di Celestino V  nel 1294.

La Basilica, considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese, dopo le varie ristrutturazioni, dovute ai danni causati dai diversi e frequenti movimenti sismici nel territorio aquilano, presenta caratteristiche di ben 3 ordini architettonici: romanico, gotico, barocco. 

Dal 1327 ha ospitato le spoglie di Celestino V, che attualmente sono conservate all’interno del Mausoleo realizzato nel 1517 da Girolamo da Vicenza. Collemaggio è conosciuta anche fuori dall’Abruzzo in quanto sede di un giubileo annuale, istituito con la Bolla del Perdono il 29 settembre 1294, oggi noto come Perdonanza Celestiniana e inserito dall’UNESCO tra i patrimoni orali ed immateriali della Nazione.

Dal punto di vista architettonico presenta svariati dettagli affascinanti. Storicamente, il primo impatto con l’edificio avveniva dal basso e lateralmente, ma poi si è spostato l’accesso alla basilica tramite un’apertura nella cinta muraria con la realizzazione del viale di Collemaggio, tale cambiamento ha portato ad una accentuazione del carattere monumentale.  La facciata, coronata da una vasta distesa verde, è vista come uno dei punti di forza dell’architettura romanico-gotica; si innalza quadrangolare e presenta uno schema di prevalenza dei vuoti rispetto ai pieni che rimanda al Duomo di Todi. Presenta dei disegni bicromatici e tre rosoni (imponente è il rosone centrale) in stile gotico che, alternati a tre portali, ne scandiscono lo spazio. Nella sua decorazione, grandioso è il motivo geometrico della croce aquilana, una variante della croce mulinata.  

Conoscere e apprezzare i monumenti del nostro territorio ci arricchisce di passione e orgoglio.                                      

 Sara Di Rocco