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“Come vento cucito alla Terra”, una storia di riscatto e speranza


A volte bisognava pur deporre le armi contro la vita e contro la morte, lasciare che fosse qualcun altro a guidare i passi, a raccogliere i cocci, e a dire cosa fare.

In occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza di genere, vogliamo ricordare le tante storie di donne che si sono battute per i loro diritti. In questo infinito universo di lotte comuni, ci sono state, inevitabilmente, alcune storie che si sono perse nella memoria: è nostro dovere dunque ricordarle, per trarne  ispirazione e dare onore al loro coraggio.

Ilaria Tuti racconta in modo impeccabile una di queste storie quasi dimenticate nel suo romanzo Come vento cucito alla terra.

È la notte del 22 agosto 1914, avanza la prima guerra mondiale, e in uno dei quartieri malfamati di Londra, Cate Hill, una giovane dottoressa di origine italiana, ricuce una ferita sul viso di una prostituta. Quella notte Cate riceve la visita di due donne che cambieranno le sorti della protagonista e di altre dottoresse come lei. Fino a quel momento infatti alle donne era stato permesso di operare solo in campo ginecologico e pediatrico, ma Louisa Garret e Flora Murray hanno un progetto ambizioso: aprire ununità chirurgica gestita interamente da donne che operi in campo di guerra.

Inizia così la storia delle Lady doctors, le prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era stata preclusa la pratica in sala operatoria. Con un dualismo perfetto tra la sala operatoria e la trincea, Ilaria Tuti ci racconta, inoltre, il punto di vista dei soldati rimasti feriti in guerra, prima nel corpo a causa delle bombe, e successivamente nello spirito. I soldati non erano abituati alla gentilezza femminile, poiché arrivavano da una realtà feroce e brutale.
Se le donne chirurgo hanno portato avanti la loro battaglia per i diritti, anche gli uomini in trincea hanno dovuto affrontare un cambiamento che ha di fatto stravolto i ruoli. I presenti pregiudizi, la vergogna di esporre allo sguardo femminile un corpo troncato e lacerato, privato del proprio valore, e la dignità perduta, hanno reso questi uomini decisamente contrari al cambiamento. Il trauma degli orrori della guerra e della propria dignità violata viene però lentamente guarito grazie alla volontà di rinascita e al perdono, ma anche grazie a un metodo particolare, il ricamo.

La scrittrice infatti, come scrive a fine libro, ha trovato ispirazione per questo romanzo nella vita di Ernest Thesiger e in particolare nella sua attività di ricamo svolta presso gli ospedali militari durante la prima guerra mondiale, unendo la sua storia a quella dell’ospedale militare di EndellStreet, voluto e gestito con caparbietà e dedizione da donne coraggiose.

“Come vento cucito alla terra” ci insegna che esistono tanti tipi di violenze, ma che a unirle è la speranza di affrontarle e superarle, fino a una completa rinascita: “La guerra era finita, restava il lutto, ma al lutto sarebbe seguita la rinascita. Era la storia dell’umanità.” È la storia delle mani che vollero riparare ciò che sembrava irreparabile: Riparare. Ricucire. Correggere il destino, quando era possibile. Serviva vocazione, serviva l’ambizione folle di diventare ciò che a una donna veniva ripetuto di non poter essere.” 

 

Chiara Pica