Amore a prima e ultima vista

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Molto spesso guardando la televisione ci capita di sentire parlare di violenza sulle donne e di quante ne vengano uccise, e la maggior parte delle volte i colpevoli sono i loro stessi mariti. Ma perché accade questo? Il maltrattamento di una donna da parte del marito o del suo compagno, nella maggior parte dei casi, avviene quando quest’ultimo è particolarmente geloso della sua ragazza, quando non la ama veramente per quello che è, ma solo per il suo aspetto fisico, quando non vuole che esca di casa e quando vuole averne completamente il possesso e la considera una cosa solo sua. Molte volte, quindi, se una donna vuole essere libera ed indipendente, come è giusto che debba essere, tende a ribellarsi a determinate situazioni. Ed è così, che in seguito a diversi litigi, se un uomo tende ad essere violento, inizia a maltrattare la propria moglie, pensando che quello sia il modo migliore per andare d’accordo in famiglia, ma in realtà non lo è assolutamente.

Molto spesso un rapporto violento può arrivare a degenerare moltissimo, fino al punto in cui la donna viene uccisa, a meno che si rivolga alla polizia o a delle associazioni che combattono questo fenomeno che ormai da diversi anni sta aumentando sempre di più, anche se in realtà c’è da molto tempo. Per questo si dedica molta importanza alla lotta contro la violenza sulle donne e il 25 novembre di ogni anno si celebra la giornata mondiale dedicata. Ma perché proprio questa data? Dovete sapere che il 25 novembre 1981 è avvenuto il primo “Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e caraibiche” e da quel momento quel giorno fu riconosciuto come data simbolo. Sempre in questo giorno, inoltre, nel 1960 tre sorelle (le sorelle Mirabal) furono uccise dagli agenti segreti a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Anche se la polizia l’ha voluto nascondere, all’opinione pubblica fu subito chiaro che fossero state assassinate, perché erano delle attiviste e facevano parte del Movimento 14 giugno, un gruppo politico clandestino che protestava a favore dei diritti delle donne. Il regime politico che c’era al tempo, ovvero una dura dittatura, non poté tollerare quella situazione e ricorse alla violenza, uccidendo, oltre alle 3 donne, più di 50.000 persone in 30 anni. In seguito le sorelle furono soprannominate “farfalle” e nel 1995 la scrittrice dominicana Julia Alvarez ha pubblicato il libro “Il tempo delle farfalle”, dal quale è stato tratto anche il film “In the time of the Butterflies”.

Ancora oggi molti artisti dedicano delle proprie opere alla giornata contro la violenza sulle donne, per esempio possiamo ricordare “Perché?” di Alex Britti, canzone pubblicata nel 2015, con cui vuole invitare le donne a denunciare la violenza subita e a rivolgersi alle associazioni che le possono aiutare. Anche Coez, nel 2013, ha pubblicato un brano intitolato “Non erano fiori”, con cui ha invitato gli uomini a non utilizzare la violenza, parlando di un uomo che si pente di aver utilizzato un coltello quando poteva avere in mano un mazzo di fiori e non privarsi della persona che amava. Anche lo scrittore Antonio Ferrara ha contribuito alla lotta contro la violenza sulle donne con il romanzo “Mia”, in cui racconta una storia mascherata da un amore romantico, fatta in realtà di controllo e possesso, finita con il femminicidio della ragazza, Stella, da parte del suo fidanzato.

Infine, un esempio di un grande gesto d’amore è quello dell’attore e regista Roberto Benigni, che durante il discorso in seguito alla sua premiazione del Leone d’oro alla carriera, ha parlato di quanto fosse importante per lui sua moglie, l’attrice Nicoletta Braschi. Le fa una grande dedica d’amore, dicendo che il tempo lo misura quando sta con lei e senza di lei e che le dedica il suo premio, in particolare le ali, dicendo che se nel suo lavoro qualcosa ha preso il volo è stato grazie a lei, al suo talento e alla sua femminilità, cosa che gli uomini non possono comprendere. Inoltre la paragona ad un secondo sole che Dio ha voluto mettere nell’universo, descrivendo il loro amore come uno a prima e ultima vista.

di Gabriele Farano, classe III G, scuola secondaria di primo grado “Renato Moro”, Barletta