La poesia della fisica

Può sembrare cosa ardita associare fisica e poesia, ma in realtà si tratta di  due mondi solo apparentemente  lontani. La fisica non è per molti, è una certezza incerta. Un fisico non deve seguire i soliti standard,  e questo è ciò che accade in una poesia, in cui possiamo trovare frasi logicamente sbagliate. Eppure  sono proprio questi “sbagli” che aprono la via all’”illuminazione” e alla comprensione del significato sotteso.

La fisica quantistica non può essere razionalizzata, ma al contrario bisogna essere aperti ad ogni eventualità.

Un bellissimo esempio di questa fisica- poesia è il quark, la più piccola parte della materia. Gli scienziati hanno affermato che esso ha un proprio sapore e odore, ma non lo si può intendere in senso letterale, poiché la nostra vista non ne  percepisce effettivamente il colore e il nostro naso non può distinguerne l’odore.

Nonostante questo, ci sono apparecchiature che rilevano le piccole differenze tra un quark e l’altro attraverso caratteristiche che non siamo                             in grado di definire.  

Simile a ciò è il termine fisico dell’antimateria. Noi abbiamo sempre a  che fare con la materia:  tutto ciò che ci circonda, ogni cosa che è, è materia, quindi come si potrebbe spiegare qualcosa che non è?

Sembra roba da pazzi, ma non è così: come ci insegna il concetto fisico di “orizzonte degli eventi”,  ci sono miliardi di possibilità in un universo                             infinito e non possiamo basarci solo su ciò che vediamo o sulla nostra logica. Allo stesso modo,  quando noi analizziamo una poesia non ci fermiamo al significato letterale delle parole, perché una parola rappresenta qualcosa di più grande e le possibilità di  senso che essa cela dentro di sé aumentano. E allora i poeti utilizzano spesso metafore, per esprimere qualcosa descrivendone un’altra, e addirittura antitesi, ma  che in un determinato contesto possono  rafforzare un concetto.

La fisica e la poesia ci insegnano a uscire            dagli schemi.

Noi non comprendiamo la fisica, ma la intuiamo, ci “immergiamo” dentro di essa proprio come dentro un testo poetico. Per me la fisica è capire l’incomprensibile, come una poesia è adatta solo a coloro abbastanza coraggiosi da mettere  in dubbio anche se stessi.

 

Chiara De Girolamo 5^Ca