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“Mazzini e la Costituzione”, interessante incontro dedicato alle scuole

Sabato 26 novembre, presso l’Auditorium del Liceo Artistico Pantini Pudente di Vasto, si è tenuto un incontro per i 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini, dal titolo: “Mazzini e la Costituzione” . L’incontro, organizzato dall’ANPI e dal presidente Domenico Cavacini, è stato moderato dalla prof.ssa Marilena Canosa e ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole superiori dei diversi istituti della città.

Dopo i saluti della Dirigente Scolastica, prof.ssa Anna Orsatti, gli ospiti hanno iniziato ad esporre i loro pensieri riguardo la tematica del convegno.

Emanuele Felice, professore di Storia ed Economia presso l’Universita IULM, ha parlato della conquista dei diritti e dei doveri nella storia e di come Mazzini ne sia stato precursore ; Pietro Finelli, direttore scientifico della Domus Mazziniana di Pisa, ha presentato Mazzini e il Risorgimento; Mirko Menna, docente e ricercatore del Centro Europeo di Studi Rossettiani, ha riferito dei rapporti tra Mazzini e Gabriele Rossetti; Enzo Fimiani, professore associato di Storia Contemporanea presso l’Università G. D’Annunzio, ha evidenziato l’eredità di Mazzini e del Risorgimento nella Costituzione italiana.

Mazzini è stato un visionario, afferma Domenico Cavacini, nel senso positivo della parola, in quanto ebbe la grande e oggettiva visione su quello che sarebbe potuto diventare il nostro continente, una potenza politica unitaria, già dal 1834, quando fondò la Giovine Europa. Aveva prefigurato l’unione degli Stati Europei, quella che un secolo dopo, nel 1941 Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi auspicarono nel Manifesto di Ventotene, che fissava i punti per la costruzione di un’Europa libera e unita.

Solo oggi possiamo renderci conto di quanto l’UE sia importante nelle nostre vite. L‘augurio che possiamo farci è quello di portare avanti il disegno di unità, di continuare a compiere gli stessi passi e vivere con gli stessi valori di coloro che hanno avuto l’entusiasmo nel fondare qualcosa di grandioso: l’unità europea.

I diritti conquistati dai nostri antenati, che per questi diritti si sono battuti con tutte le loro forze, sono fondamentali per il vivere civile di tutti noi. Lo stesso Mazzini affermava, nel suo “Doveri dell’uomo”, che non è utile e fruttuoso parlare sempre e solo dei nostri doveri, se prima non si è parlato dei nostri diritti.

Mazzini fu uno degli ideatori del governo attuale: la sua visione fu quella di innescare un principio di democrazia. Per questo è letto come una delle menti più brillanti e all’avanguardia del suo tempo. Il nazionalismo che caratterizzava il suo pensiero metteva al primo posto l’umanità. Per lui, il vero patriottismo era esattamente l’opposto del nazionalismo: i veri patrioti amano la propria nazione, e la amano tanto da riconoscere come compatriota ogni individuo che creda nella libertà.  Dunque l’idea di patria ha un’accezione democratica poiché include l’uguaglianza politica. 

Interessante è stato scoprire come Mazzini discusse sulla politica del nostro Paese con il vastese Gabriele Rossetti Il 28 marzo 1841 Mazzini scrive una lettera a Rossetti, con la speranza di poter creare uno spunto di collaborazione. Noi forse non concordiamo interamente su’ rimedi da applicarsi alla nostra Italia; ma concordiamo di certo sulle piaghe, e voi fate opera giovevole snudandone senza paura una tra le gravissime. Sul resto, spero in Dio che un giorno ci intenderemo”. 

L’ultimo intervento della conferenza si è concentrato su Mazzini e la Costituzione. Per il nostro protagonista, era necessario che venissero dettate e messe per iscritto delle regole che permettessero il vivere civile di ognuno. Quella che desiderava era una democrazia, non intesa come forma di governo, ma come idea di un popolo che detenesse il potere e fosse al centro dell’attenzione.

Da Mazzini in poi, il popolo è sempre stato al centro delle vicende riguardanti lo Stato.

E’ necessario però riconoscere che la democrazia perfetta non esiste e non deve esistere. Sarebbe finta, dal momento che la democrazia è imperfetta di sua natura; è complicata e ha bisogno di essere rimodulata e rimaneggiata ogni giorno che passa.

Nel 1831, a Marsiglia, venne fondata da Mazzini un’associazione chiamata “Giovine Italia”. Questa organizzazione presentava un programma pubblicato poi su un periodico che aveva esattamente lo stesso nome. Il suo obiettivo era quello di trasformare l’Italia in una repubblica democratica, sui principi di libertà, indipendenza e unità.

Questo incontro è stato molto formativo per i ragazzi che hanno partecipato, spunto di riflessione per le lezioni che si terranno in classe. 

Giorgia Smargiassi

Foto di Ilaria Sputore