Il Caos nell’ordine

 

 

Sono chiuso in me,
sono così lontano
che nessuno sente il mio baccano:
solo io potrò sentirlo,
ma non capirlo.
Da lontano scorgo ancora
la loro ancora
che chiamano “bellezza”,
interpretata come saggezza,
un ordine mesto, composto
rispetto al mio caos misto
che mi resterà sempre dentro, del mio disordine epicentro!
È strano là fuori:
un mondo senza colori,
tutti quanti vestiti degli stessi odori,
dello stesso calore
Alla mia sensazione,
è così scontato
che non darà
nemmeno un’emozione,
perfino a chi, quest’ordine,
lo ha creato!
Sono chiuso in me:
questa è la assoluta bellezza
per un mondo
che chiama stranezza
con leggerezza
chi, infondo,
si sente diverso
e si dà di verso
per essere sé stesso,
senza a tacere esser messo.
È un abisso:
sono chiuso in me
perché non voglio apparir
chi non sono,
né agli altri mi voglio conformare,
perché il loro ordine
lascia troppo a desiderare!
Non c’è bellezza
che risulti più bella
di una sana stranezza:
se tutti la liberassimo
dalla sua cella,
con destrezza,
se tutti ci sbarazzassimo
di questo “ordine”,
facendo urlare
il disordine
che vuole parlare,
quale sarebbe la vera bellezza?
Sarebbe ancora più singolare,
non così comune
solo per qualcheduno
e troveremmo identità rare
senza un canone amaro,
di emozioni avaro,
che ci impedisca di apprezzare
la vera bellezza
e stigmatizzi, demonizzandola,
la stranezza! 

Lucio Licitra II B Liceo Classico  – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)