• Home
  • Blog
  • Articoli
  • A Vasto la presentazione del libro di Ivan Bastoni dedicato al cardinale Capovilla 

A Vasto la presentazione del libro di Ivan Bastoni dedicato al cardinale Capovilla 

Nel tardo pomeriggio del 25 novembre, presso la Sala Convegni della Società Operaia Mutuo Soccorso di Vasto, si è tenuto un incontro dedicato al cardinale Loris Francesco Capovilla, a sette anni dalla sua scomparsa, con la presentazione del libro “Il tenente Capovilla” curato da Ivan Bastoni, libro che racconta del periodo militare di Capovilla come tenente cappellano d’aviazione.

Capovilla, fu Arcivescovo di Chieti-Vasto dal 1967 al 1972. Riuscì ad avviare, durante il suo episcopato in Abruzzo, un processo di cambiamento religioso e culturale di portata storica. 

Durante l’incontro, organizzato da l’UCID di Vasto, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare due delle figure più vicine a Capovilla: il suo Segretario, Ivan Bastoni, e il suo amico di una vita, il sociologo e politico Marco Boato. 

Intervista a Ivan Bastoni 

Come descriverebbe il suo primo incontro con il cardinale Capovilla?

E’ stato un incontro molto profondo. Mi ero recato da lui per conoscere meglio la storia di Papa Giovanni, perché mio nonno gli era devotissimo. Le prime parole che mi rivolse furono: “Ivan, dunque Giovanni ti chiami” con riferimento al Papa. Abbiamo parlato a lungo e, quando stavo per andare via, gli ho chiesto: “devo lasciare qualcosa?”. Il Cardinale allora mi ha risposto: “Sì, un buon ricordo di te”. È stata davvero un colloquio incredibile, ci siamo immediatamente trovati. Dopo due giorni mi ha scritto una lettera in cui delineava già un programma di vita assieme e di collaborazione. 

Perché ha deciso di curare questa pubblicazione? 

Ho tanti documenti che monsignore mi ha lasciato. Il documento oggetto di pubblicazione è, in particolare, uno di quelli che mi aveva donato quando era ancora in vita. Tra i tanti progetti ho pensato: “sarebbe bello scrivere un libro su questo”; purtroppo, a causa dei numerosi impegni, siamo riusciti a concretizzare questa idea solo adesso. A dire il vero, sembra che questo libro sia uscito proprio nel momento giusto, anche per via della crisi mondiale che stiamo vivendo. Il lettore ha la possibilità di fare un salto indietro, nel passato. Il monsignore nelle sue carte scrive della sofferenza degli avieri e, in generale, di coloro che vivono la guerra. 

Come descriverebbe il rapporto tra il Cardinale e Papa Francesco? 

Ottimo. Monsignore era a letto quando è stato eletto Papa Francesco. L’ho chiamato per chiedergli cosa ne pensasse. Nel momento in cui l’ha visto ha detto immediatamente che in Bergoglio rivedeva Papa Giovanni. “Quando andrò in visita dal papa porterò una cartellina con su scritto è tornato Papa Giovanni”. Tra loro c’era un’intesa straordinaria, tanto che il pontefice lo ha chiamato poco dopo per nominarlo cardinale. 

Affiancando il cardinale avrà avuto modo di conoscere tante storie e tante persone, quale l’ha colpita maggiormente? 

Il Cardinale era circondato da amici fantastici, amici veri. Mi ha colpito il fatto che il monsignore fosse circondato da gente semplice, come noi. 

Sa dirci cosa ha reso il cardinale tanto legato alla nostra città?

Penso l’abbia catturato l’affetto della gente di Vasto. Tra tutti i posti in cui  è stato mai ha ricevuto tanto affetto. Tanto è vero che solo per voi firmava con “olim pater semper amicus”  (una volta padre, sempre amico).

Tre parole che userebbe per descrive la figura del monsignore?

Uomo dalla schiena dritta, incapace di deluderti e amico fedele. 

Le ha mai raccontato di come reagì alla nomina di Arcivescovo? 

Inizialmente era stato restio, se non sbaglio l’aveva rifiutata per un paio di volte, perché dopo la morte di Papa Giovanni era molto stanco. Ad un certo punto però non ha più potuto dire di no al nuovo pontefice. Ha sempre preso tutto con grande umiltà. Quando ha ricevuto la nomina di cardinale era al telefono con me e gli dissi “L’hanno fatta cardinale!” E lui mi rispose con un semplice “Ah si, lasciami finire che poi ci dobbiamo vedere.” 

Dopo la conversazione con Ivan Bastoni, amico e Segretario personale di Capovilla, abbiamo avuto l’occasione di parlare con il sociologo e politico Marco Boato.

Oggi a portarmi qui c’è un’amicizia che risale a settanta anni fa – afferma Boato – quando io ero un piccolo studente di otto anni (nel ’54). È stato in quegli anni che, grazie ad un mio fratello più grande, ho conosciuto l’allora don Loris Capovilla, insegnante di religione del Liceo Benedetti di Venezia dove studiava appunto mio fratello. All’epoca non era ancora segretario del patriarca Roncalli, lo diventò l’anno dopo.

Sono cresciuto e, con il tempo, don Loris è diventato il mio padre spirituale, ma anche il mio più grande amico. L’ho accompagnato per tutta la sua vita, sebbene abbiamo sempre seguito strade diverse. Sono stato al suo fianco persino nei suoi ultimi giorni di vita, i giorni di agonia e di sofferenza. Sono stato l’ultima persona che gli ha chiuso gli occhi.

Nel corso degli anni non abbiamo mai perso i contatti, dal momento in cui lasciò Venezia per diventare segretario particolare del Papa e dunque non potevamo più vederci tanto spesso, cominciammo a intrattenere un rapporto epistolare che poi è continuato fino al 2016. Centinaia di lettere scambiate, tutte conservate ovviamente.

All’epoca, grazie al suo ruolo di segretario, ho avuto modo di conoscere in prima persona (in privato) il pontefice e, ancora oggi, questo piccolo ricordo mi suscita una grande emozione. Poi, qualche anno più tardi, papa Paolo VI l’ha nominato arcivescovo di Chiesti e Vasto, per cui ho avuto modo di visitarlo anche in queste località e accompagnarlo nelle visite pastorali nelle varie parrocchie. Nel ’71 ha concluso il suo servizio episcopale qui ed è stato nominato delegato pontificio a Loreto. Successivamente,  nel 1989, dopo aver vissuto presso dei familiari, in provincia di Parma, si trasferì a Sotto il Monte.

Io nel frattempo ero diventato prima deputato poi senatore. Io sono un laico e, nella mia vita parlamentare e non solo, sono stato anche molto critico nei confronti della chiesa, specialmente negli anni dopo il Concilio Vaticano II. Non so se don Loris abbia condiviso tutto quello che ho detto o fatto allora, ma mi ha sempre rispettato: non ha mai cercato di condizionarmi, semmai mi ha dato qualche consiglio, ma sempre con il massimo rispetto della mia autonomia di laico e questo rispetto reciproco non ha fatto altro che rinsaldare la nostra amicizia, la stima, l’affetto, la solidarietà che si sono prolungati per tutta la vita. 

Dopo la sua morte ho redatto e curato un libro: “Loris Capovilla: umiltà e dialogo” con una selezione di alcuni suoi scritti.

Ho collaborato ad un libro con Ivan Bastoni, suo segretario degli ultimi 16 anni. Oggi sono qui a Vasto con gioia per la presentazione di quest’ultimo libro alla cui realizzazione non ho però partecipato in maniera diretta, ho solo seguito il lavoro di Ivan. Questa sera presentiamo un libro che descrive un Capovilla prima di Papa Giovanni, un Capovilla degli anni della seconda guerra mondiale, quando ha rivestito per un anno il ruolo di cappellano militare. Racconto inedito anche per me perché mai mi aveva raccontato di questa parte della sua vita. La cosa bella di questo libro è che si vede che ancor prima di conoscere Roncalli c’erano una personalità, un’umanità, una religiosità in questo giovane sacerdote ventisettenne che, nel ’53, lo fecero scegliere da Roncalli come suo segretario personale. Il vicario di Venezia espresse suoi riguardi rispetto alla scelta di Capovilla come segretario, a causa della sua “gracile salute”. A questi dubbi Papa Giovanni rispose dicendo “allora verrà con me e semmai morirà con me” e invece è vissuto fino a 100 anni e 7 mesi. Vasto può essere orgogliosa insieme a Chieti di averlo avuto per quattro anni arcivescovo. 

L’incontro, è stato moderato da Beniamino De Nardis, e ha visto la partecipazione di Renzo Salvi (in video collegamento), del Presidente Nicolangelo D’Adamo, e i saluti del sindaco Francesco Menna.

Un importante incontro per ricordare un uomo colto, affabile, premuroso, umile che è entrato nei cuori di tanti cittadini vastesi e che continua a sorprendere con la sua storia.

  

 

                                                                                                                                             Laura Del Casale

                                                                                                                                         Foto di Greta Di Segni