L’uomo di Pietroburgo di Ken Follett

        

“L’uomo di Pietroburgo” è un romanzo dello scrittore britannico Ken Follett, pubblicato nel 1982,  ambientato nell’Inghilterra del  1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. E’ un thriller. La trama principale si concentra su diversi misteri che devono essere risolti, provocando suspense nel lettore. Il libro è caratterizzato da molteplici intrecci e il clima è quasi violento.

Nel 1914, l’impero britannico sta vivendo la sua ultima lunga estate. La Germania si prepara alla guerra e l’Inghilterra cerca disperatamente alleati. La soluzione sembra poter venire dalla Russia. Churchill, primo lord dell’ammiragliato, si reca da lord Stephen Walden per ottenere il suo aiuto. Intanto il giovane principe Aleksey Orlov, nipote dello zar Nicola II, sta per giungere a Londra per dei colloqui segreti. Ci sono inoltre altre persone interessate alla presenza a Londra del principe Orlov: Charlotte, la figlia dei Walden, caparbia e idealista; Basil Thomson, capo della sezione speciale, e Feliks Ksessinsky, anarchico russo, un uomo senza paura venuto da Pietroburgo, che tenterà di impedire lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Qui troverà l’aiuto di Charlotte che crede nella parità tra uomini e donne, che non si rispecchia nella solita routine, che dovrà affrontare varie e particolari situazioni.

Il linguaggio è semplice, poco ricercato, caratterizzato da frasi breve e coincise. Ogni capitolo termina con una nota di suspense e di incompiuto. È molto descrittivo nell’esposizione di fatti e situazioni, è molto ricco di particolari.

Reputo la lettura di questo romanzo molto importante perché tratta temi di grande valore come l’amore tra un padre e una figlia che va ad intrecciarsi con avvenimenti storici, ad esempio la lotta delle “suffragette”, il movimento femminile fondato al fine di ottenere il diritto di voto. 

Un esempio che rende esattamente lo stile e il grado di suspense del libro è questo:

Ho visto la sua espressione, mentre precipitava.  Penso che non la dimenticherò mai finché vivrò. 

I suoi occhi erano aperti, si rendeva conto di quanto stava accadendo, ma non era spaventato.

Piuttosto, pareva felice”

È un libro che facilmente rimane nel cuore poiché riesce a coinvolgere il lettore talmente tanto da suscitargli fortissime emozioni. Sicuramente un romanzo da consigliare, sia per lo stile narrativo che per l’enorme valore storico.

Lisa Croce