Come diventai invisibile e sconfissi un drago

Quel giorno sembrava uno come tutti gli altri, ma non sapevo ancora cosa era successo…

Era un lunedì mattina ed ero ancora nel mio bel lettuccio, quando sento urlare mia mamma che mi dice: “Ale, muoviti che è tardi” e, anche se erano solo le sette del mattino, io mi alzai come tutti i giorni per evitare la sgridata.

Andai in bagno tutto tranquillo, feci la pipì e mi lavai la faccia, ma quando alzai il viso non mi vidi più e allora lanciai un urlo così forte che mi spaventai pure io. Mia madre mi gridò: “Ale, che c’è?” e io dissi : “Niente, mamma, tranquilla.”  

Spaventato da ciò che avevo visto, mi vestii e andai subito via aspettando che mia madre uscisse a stendere (e se vi chiedete in tutto questo dov’era mio padre vi risponderò subito, era a lavorare).

Allora, mentre camminavo per le strade, pensai: ”Ma come è possibile una cosa del genere? Non credo sia mai successo a nessuno… chissà cosa potrebbe essere successo…?”

Proprio in quel momento arrivò un mago che mi portò subito via con sé.

In un batter d’occhio arrivammo in una foresta in mezzo al nulla, dove c’era una casetta.

Il mago mi disse: “Ho combinato un guaio”. Gli risposi:  “L’ho capito”, ma luì continuò: “Per sbaglio ho creato una pozione che ho iniettato in una zanzara, che poi, evidentemente, ti ha punto e da lì sei diventato invisibile, tranne per me e per un cosiddetto mostro”. “Ah, grazie!” gli dissi “E ora che facciamo!?” chiesi, mentre il mago sfogliava un libro.

A un certo punto disse, stupito: “E’ una missione difficilissima: dobbiamo trovare la mela d’oro” “E dove si trova?” controbattei e lui rispose: ”In una lontana foresta del Tibet, però io non potrò venire, ma dovrai andare da solo.” Allora gli domandai: ”Ma c’è una mappa per sapere la strada, almeno?” “Sì, eccola qua, abbine cura, però ora parti” mi disse e così partii con una borraccia da un litro e mezzo e qualche panino.

Dopo giorni e giorni di viaggio arrivò il primo problema: ci fu un temporale e per ripararmi creai una piccola capanna, che però non reggeva, e allora  decisi di continuare il percorso sotto la pioggia.

Intanto il mago era andato a spiegare l’avvenuto ai miei genitori.

Mi chiedevo, intanto, chi o che che cosa fosse il cosiddetto “mostro” di cui mi aveva parlato il mago, ma poi non ci pensai più.

Dopo lunghe camminate, trascorse alcune  settimane, arrivai al luogo prestabilito, ma la foresta era dominata da un grande drago di ghiaccio con denti affilati come spade, che  aveva le dimensioni di una casa. 

Però il problema era che solo nella grotta su cui regnava il drago c’era la mela d’oro e allora mi feci coraggio e via!!! partii andando incontro al drago con la mia spada e il mio scudo in mano, facendo così partire lo scontro. Avevo anche capito che il drago era il mostro di cui aveva parlato il mago. 

Dopo un po’ il mio nemico era già in vantaggio, sul punto di uccidermi,  ma in quel momento una luce mi avvolse e diventai così luminoso da far sbilanciare il drago, che poi trafissi con la spada diventata gigantesca.

Allora corsi e presi la mela e la mangiai: aveva un gusto un po’ amarognolo, però il suo effetto aveva funzionato, facendomi ritornare  visibile. Un uccellino andò ad avvisare il mago, che venne a prendermi e mi riportò a casa. 

Alessio De Stefano, I D Marconi

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