Con l’impegno giusto, niente è impossibile

di Ludovica Martini, 1D

Un viaggio attraverso Casa Betania, un luogo di accoglienza per tutte quelle persone che attraversano momenti difficili nella vita, assieme a Paola Parodi, l’anima del gruppo sorto sulla collina di Crevari.

Com’è nata l’idea del suo progetto?

Quest’idea nasce dall’incontro di due desideri. Da una parte il mio desiderio di fare qualcosa per gli altri e dall’altro il desiderio della signora Betania, l’acquirente di casa Betania, che ha deciso di comprare questo terreno dopo aver venduto la pensione di Villa Azzurra a Vesima.

In che cosa consiste e dove si trova? 

La nostra comunità si trova in una casetta sopra Crevari. Il posto è dotato di un grande prato e una cappella, che è stata costruita al posto del fienile che vi si trovava in precedenza. La comunità di Casa Betania accoglie persone di ogni età che, per diversi motivi personali, hanno bisogno di vivere fuori casa per un breve periodo. L’idea iniziale era principalmente dedicata agli adulti però negli ultimi anni si è riscontrato un enorme quantità di richieste da parte dei giovani.

Quando è nata l’idea?

Fin dall’infanzia ho sempre avuto l’idea di voler vivere insieme ad altre persone per condividere la bellezza dello stare insieme. Quest’iniziativa negli anni è cambiata, è maturata e si è arricchita di nuovi particolari, finché, sei anni fa, non è nata l’idea specifica di Casa Betania dalla congiunzione di due grandi possibilità.

Lo conduce autonomamente oppure si avvale dell’aiuto di altre persone?

Vengo aiutata da diverse persone perché ritengo che sia irrazionale pensare di poter gestire un’attività così impegnativa singolarmente. Infatti riceviamo i nostri fondi da gruppi che si recano a casa Betania e ci fanno alcune offerte. Gli aiuti esterni provengono da volontari come gruppi scout e anziani pensionati. Mentre le decisioni più importanti riguardo la casa vengono presi da un gruppo chiamato “cuore”.

Perché ha deciso di intraprendere quest’iniziativa?

Tutto ha avuto inizio perché ho scelto di cogliere un’occasione inaspettata. Infatti Casa Betania non era compresa nel mio progetto iniziale ma quando mi è stata offerta questa possibilità ho subito deciso di accettare.

Ha altri progetti in serbo per i giovani e quale messaggio ci terrebbe a comunicare loro? 

Vorrei continuare a migliorare le mie attività relative al progetto di Casa Betania come ad esempio ospitare minori di altre etnie, affidati ai tribunali, ma vorrei anche realizzare un progetto relativo al mio lavoro, l’infermiera pediatrica. Un messaggio che vorrei trasmettere ai giovani è quello di credere sempre nei propri sogni perché, nonostante le difficoltà, io sono sicura che con l’impegno giusto niente sia impossibile.