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Un corso di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale negli Stati Uniti d’America: intervista al prof. Vincenzo Musacchio.

 

Nel corso dell’anno accademico 2021/2022, il dipartimento di Criminologia della Rugters University di Newark ha promosso la prima edizione del corso di “Strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale” cui hanno partecipato ventiquattro studenti che diverranno al termine degli studi poliziotti federali. Alla luce del consenso riscontrato, probabilmente il corso sarà riproposto anche nell’anno accademico 2022/2023. L’Ateneo americano ha voluto così offrire agli studenti che andranno a svolgere il lavoro nella polizia federale, un’occasione per mettere a frutto, con un’esperienza anche pratica, le conoscenze acquisite sui sistemi e le strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale. Abbiamo chiesto al professor Vincenzo Musacchio titolare del corso, obiettivi, risultati e caratteristiche del ciclo di lezioni appena concluse.

Professore ci spiega che tipo di lezione ha proposto nel corso appena terminato?

Ho cercato di proporre un tipo di lezione che potesse affinare le competenze e analizzare le risorse tecnologiche necessarie per combattere la criminalità organizzata dell’era digitale. Ci siamo soffermati sulle nuove tecniche di indagine (alcune non ancora note in Italia) e sulla cooperazione internazionale e la condivisione globale delle informazioni. Abbiamo parlato delle moderne pratiche investigative sui crimini ambientali, informatici ed economici che coinvolgano le mafie. Con questo corso ho cercato di fornire quelle conoscenze e competenze necessarie per indagare e perseguire con maggiori possibilità di successo le complesse attività illegali della criminalità organizzata contemporanea. Le nuove mafie hanno cambiato obiettivi, metodo e struttura e nelle mie lezioni ho cercato di far comprendere questi aspetti. Oggi le moderne organizzazioni mafiose sono corruttrici, mercatistiche e silenti. Sono sempre al passo con i tempi, anzi, in alcuni casi, sono in grado di anticiparli in prospettiva futura. La mafia che va studiata e contrastata oggi è quella degli appalti, della finanza globale, della sanità, dei rifiuti urbani e di quelli pericolosi, delle banche e delle imprese.

Come ha organizzato il corso?

Sia la parte teorica, sia quella pratica si sono svolte online. Abbiamo approfondito la conoscenza del fenomeno mafioso e delle strategie di contrasto della criminalità organizzata transnazionale. Esaminato le differenze tra più gruppi che fanno parte della multiforme area delle attività della criminalità organizzata transnazionale. Abbiamo studiato nel dettaglio il “metodo Falcone” e spiegato come esso sia ancora valido oggi. La metodologia online si è rivelata preziosa, consentendo allo studente di sperimentare, spesso per la prima volta, il lavoro di gruppo e di sviluppare quindi una capacità alla collaborazione che si rivela molto spesso essenziale nel lavoro del poliziotto. 

Attraverso un suo collega americano in loco avete sperimentato anche l’attività di “street law”. In cosa è consistita?

Per l’attività di “street law” abbiamo scelto una materia attuale come il riciclaggio. Questo crimine rappresenta una vera emergenza, ma spesso non è percepito nella sua effettiva pericolosità. Da un punto di vista didattico, ci siamo soffermati sui settori dove avviene il riciclaggio e sulle tecniche utilizzate per attuarlo e su quelle necessarie per scoprirlo. Gli studenti coinvolti hanno frequentato settimanalmente, per la durata del semestre. Si sono inseriti all’interno dell’organizzazione in cui hanno operato (banca, finanziarie, e-commerce), venendo a contatto con gli utenti e apprendendo dalle attività antiriciclaggio in misura diversa secondo l’ambiente in cui hanno lavorato. Certamente, per tutti, l’attività è stata molto formativa sotto il profilo della presa di coscienza del problema e del ruolo che un futuro poliziotto può svolgere nell’adempimento del suo lavoro.

Che bilancio dopo la prima edizione del corso e in vista del prossimo?

Ho avuto senz’altro conferma dell’utilità didattica di fondere teoria e pratica. Una scelta che, stimolando l’interesse degli studenti, ha fornito loro una solida motivazione allo studio e alla sua applicazione pratica. Non solo nozioni ma anche abilità tecniche, investigative e conoscitive. Studiare le strategie di lotta al crimine organizzato transnazionale si è rivelato un prezioso strumento per avvicinare gli studenti a fenomeni criminali a volte poco studiati. Non so se il corso si ripeterà nella modalità online, sicuramente abbiamo aperto una nuova strada che credo continuerà a prescindere dalla mia presenza.

Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ottanta. È tra i più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali. Esperto di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto europeo di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative in ambito europeo.