Siamo 8 miliardi di persone

Le ultime statistiche effettuate hanno certificato il raggiungimento della popolazione mondiale ad 8 miliardi.

La questione è motivo di discussione tra coloro che leggono la sovrappopolazione in modo positivo e coloro che la percepiscono come deleteria. Un vero dilemma sociale.   

Sovrappopolamento o estinzione?

E’ interessante come la popolazione sia aumentata gradualmente negli ultimi decenni, tuttavia la domanda da porsi è :”quali sono le conseguenze effettive sul mondo e sulla popolazione mondiale?”.

Già nell’ Ottocento, John C. Calhoun, ex presidente degli USA e sperimentatore sociale, aveva attuato una sperimentazione per prevedere le conseguenze sociali di un allora ipotetico sovrappopolamento, stimato a circa 6/7 miliardi di persone.  Da questa esperienza erano emerse diverse visioni pessimistiche sul futuro poiché, un aumento della popolazione, avrebbe implicato un bisogno sempre più incessante di cibo, acqua , vestiti e risorse in genere.

Ad oggi, queste visioni pessimistiche proliferano sempre più, alcune di esse sembrano sinistramente avverarsi in quanto stiamo consumando molto velocemente le risorse della Terra senza darle il tempo necessario per rigenerarle.

I risultati di questo precoce consumo sono la deforestazione, l’edilizia del suolo, il cambiamento climatico e tutto ciò che ha origine dai comportamenti consumistici.

Uno scenario dipinto a tinte fosche, tra povertà estrema, contagi epidemici della più svariata natura, inquinamento, migrazioni di massa e violenza. Ondate alterne di vero e proprio panico in seno all’opinione pubblica, scatenate per lo più dai toni allarmistici assunti dai mass media e da alcune opere a carattere divulgativo contenenti proiezioni catastrofiche.

I possibili “rimedi”

Per porre rimedio a ciò si potrebbe controllare il numero delle nascite. Svariati governi stanno cercando di limitare l’aumento della popolazione con norme più o meno restrittive. La questione solleva non pochi dubbi di legittimità dal punto di vista giuridico, oltre che morale: fino a che punto lo Stato può interferire nella vita privata del cittadino, privandolo di uno dei suoi diritti fondamentali, ovvero quello alla riproduzione?

Per scongiurare i problemi derivanti da un’ipotetica sovrappopolazione basterebbe promuovere programmi di sviluppo economico, profilassi, consapevolezza riproduttiva e sessuale nei Paesi che si trovano in fasi più arretrate della transizione demografica.

L’aumento della popolazione non è esageratamente deleterio, può produrre anche effetti positivi come, ad esempio, il benessere economico e finanziario, grazie all’aumento della domanda, della forza lavoro e della produzione.

In effetti, l’incremento della popolazione è spesso un elemento in grado di (ri)vitalizzare l’economia delle singole Nazioni, soprattutto quelle in via di sviluppo. Allora il problema forse non è il consumo eccessivo, ma la necessità di nuove tecnologie che aumentino l’efficienza produttiva e di sistemi sociali in grado di favorire il benessere di ognuno.   Lo stesso Calhoun non pensava che l’aumento della popolazione portasse necessariamente all’estinzione dell’umanità, piuttosto era interessato a identificare i principi per la pianificazione, la realizzazione e il mantenimento di città che emergevano da discipline come l’ecologia, l’ etologia e le scienze naturali. La sua idea era che innovazione e tecnologia potessero permettere di avere delle interazioni sociali significative, anche se lo spazio fisico a disposizione diminuiva.                

Noi artefici del nostro destino

Ai margini dell’analisi dei pro e dei contro riguardo la sovrappopolazione, considerando che non è un fenomeno direttamente gestibile dalla società nella sua complessità , tutto ciò che possiamo fare nel nostro piccolo è applicare metodi ecologici che preservino l’ambiente ed arginino l’inquinamento: pensare, progettare, architettare metodi sostenibili per la natura, trovare cure a malattie e disagi, impegnarci  per garantire un’equa distribuzione delle risorse in tutto il Mondo.                                                                                   Noi, esseri razionali, non dobbiamo soltanto adattarci, ma evolverci in sinergia con il nostro sistema ambientale e sociale.

                                                                                                                         Sara D’annunzio