La sanguinosa ascesa al trono di Macbeth

Lampi e tuoni turbano l’animo. Tre figure cupe fanno la loro entrata sul palco. Conosciute anche come moire o parche, viene assegnato loro dall’autore il nome di streghe.

Così si apre l’esibizione teatrale di Macbeth, scritta da Shakespeare, con una profezia.

Ma chi è davvero Macbeth? Un uomo prodigioso, al quale sono stati riconosciuti molti meriti, un uomo che, però, è succube del potere.

“Macbeth, sire di Glamis

Macbeth, sire di Cawdor

Macbeth, il Re”.

In questo modo lo salutano le streghe e lui nota che due dei titoli nominati dalle prime li ha già conseguiti, dell’ultimo ne comprenderà il significato solo successivamente.

Infatti pur essendo un uomo rigoroso, si lascia trasportare dai tentativi di convinzione della Signora, sua moglie. Pertanto si macchia del sangue di altri: non appena il re di Scozia annuncia la sua visita, prende le dovute precauzioni, lo pugnala, salendo al trono.

Questo segna il momento dopo il quale tutto degenera.

È solo il primo di tanti altri omicidi che compirà in futuro, poiché teme che qualcuno possa scoprire la verità e teme per tante altre cose, ciò lo porta ad alimentare il suo timore con il sospetto.

Questo circolo vizioso di pensieri continua fin quando il suo nome non fiorisce sulle labbra di qualcuno.

Dal momento che l’assassino, lui, è stato smascherato e non è ben visto dalla popolazione, decide di rifugiarsi in Inghilterra.

Tuttavia i suoi errori e i suoi rimorsi lo seguono, così come anche un esercito valoroso che ha il compito di sventare la sua effettiva salita al trono, in altri termini è sotto attacco e deve difendersi.

Intanto altre profezie vengono sussurrate al suo orecchio dalle streghe e tutte, una dopo l’altra, si rivelano agli occhi di Macbeth.

“Da nessun nato da donna può essere ferito o ucciso”, così le streghe gli avevano detto.

Quindi, siccome oltre a lui in battaglia sono rimasti pochi altri uomini, si batte con coraggio e sfida a duello Mcduff, uno dei più valorosi combattenti.

Malgrado gli avvertimenti delle streghe, Macbeth lotta con coraggio non conoscendo tutta la storia dell’uomo che sta per ucciderlo e forse è proprio la sua spavalderia a portarlo alla morte, ma in fondo le streghe già sapevano a cosa era destinato.

Alla fine dello spettacolo ci si rende conto che il suo scopo era ed è quello di far riflettere su quanto la sete di potere e l’ambizione vadano dosati perché possono portare a  conseguenze catastrofiche. Shakespeare non solo vuole dirci che queste sono deleterie per chi è vicino al protagonista, ma anche che le conseguenze sono nocive per l’individuo stesso.

In fondo nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia.

Giulia Tiranno