Il reato minore

Di Puggioni Sofia 4^D.

Volante della polizia

Lunedì 26 dicembre 2022, Verona. Le autorità arrestano un ventisettenne residente nel vicentino colpevole di aver violentato una ragazza di 19 anni. La chiamata alla questura sarebbe arrivata intorno alle nove del mattino . Uno di residenti avrebbe dichiarato di aver visto un ragazzo e una ragazza allontanarsi verso i garage in un contesto sospetto. La volante avrebbe colto il giovane in flagrante di reato, sentendolo anche intimare alla ragazza di tacere sulla questione. Questo è solo il più recente dei numerosissimi episodi di violenza sulle donne avvenuti nel 2022.

“Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).”

(Fonte: Istat)

La violenza sulle donne è uno dei reati più praticati al mondo ma anche uno dei più sottovalutati. Specialmente nell’Unione Europea, in molti stati tra cui anche l’Italia, archiviano la maggior parte delle volte i casi di stupro sotto reati minori, puniti con pene insufficienti e sottovalutati. Le procedure di denuncia sono spesso lunghe e complicate e per ottenere credibilità molto spesso le vittime devono aspettare anni. E’ un reato che abbraccia tutti gli ambiti e spesso si nasconde e fortifica nelle mura domestiche. Sono moltissimi infatti i casi di violenza domestica, sia da parte di partner attuali sia da ex partner.  

“La vittima è sempre la stessa: la donna. Cambiamo nomi e volti, non la preda, non il movente. E’ l’ininterrotta linea sacrificale in cui il maschio, aggressivo ed insicuro di sé, timoroso di perdere il suo potere, macchia di sangue l’orizzonte.”

(Fabrizio Caramagna)

Questo terribile fenomeno non è guidato dal caso. Viviamo in una società cresciuta con i valori del maschilismo e della mascolinità tossica. A causa di ciò l’uomo pensa di possedere la donna, si sente in diritto di fare di lei ciò che più desidera. La donna di 30, 50, 70 anni, così come la ragazza di 15, ha nella maggior parte dei casi il terrore di esporre la violenza, perché in questo mondo risulta essere spesso giustificata, trasformando la situazione fino al punto di rendere la vittima colpevole. Per questa ragione i dati qui sopra riportati, nonostante siano comunque raccapriccianti, non sono attendibili, perché la violenza registrata rappresenta solo la punta dell’iceberg che costituisce questo incubo.

Così com’è sottovalutato il problema sono anche poco ricercate le soluzioni e per una donna sentirsi al sicuro rimane sempre difficile. Molte campagne e associazioni sostengono le vittime e le aiutano ad avere voce, ma non sono sufficienti. La soluzione risiederebbe nella rieducazione e nella sensibilizzazione di tutti sin da bambini, affinché nessuna ragazza giustificherà lo schiaffo di qualcuno e nessun ragazzo sarà la mano artefice.