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“Il mio obiettivo è far arrivare agli altri, con una sola canzone, la mia vita”: Claudia D’Ulisse, cantante e corista a Sanremo, si racconta

In occasione della giornata inaugurale del Festival della Scienza Ad/ventura, abbiamo ospitato alcuni importanti esponenti della musica, tra i quali la cantante Claudia D’Ulisse alla quale abbiamo potuto rivolgere qualche domanda.

 

Lavori nel mondo della musica, dunque, prima di un concerto cosa fai? Come ti prepari?

Solitamente ripasso le parti prima di andare in scena, poi dedico un quarto d’ora circa al riscaldamento vocale poiché la voce è un nostro importante strumento. Infine aspetto in tensione il momento in cui salirò sul palco.

Cosa provi quando ti trovi sul palco e, soprattutto, cosa hai provato quando sei salita su quello di Sanremo?

La sensazione di tensione mescolata all’euforia, la provo io come anche altri, ma in realtà le mie emozioni cambiano in base al pubblico per il quale devo esibirmi. Infatti meno sono le persone davanti alle quali mi esibisco più cresce l’agitazione, il contrario avviene invece se mi trovo davanti ad un grande pubblico. Il mio obiettivo è quello di far capire ed arrivare agli altri, con una sola canzone, tutta la mia vita ed è difficile e complesso. Per quanto riguarda Sanremo, invece, è molto diverso perché, sia da corista che accompagnatrice, io sono al servizio di chi è sul palco e non posso sbagliare. In tutto siamo sei coristi, e non posso emergere, dobbiamo tutti procedere nello stesso modo e creare una musica d’insieme nella quale quasi non si distinguono le voci dell’uno e dell’altro.

A parer tuo come è cambiata la scena musicale negli anni?

Una volta tra una canzone e l’altra passava del tempo, per ascoltarla dovevamo aspettare, comprare il disco; ora invece ne escono così tante e in modo così veloce che non si ha neanche il tempo per imparare il testo di una canzone che già è stata pubblicata la successiva. Una volta non succedeva, ma è anche vero che una volta il modo di fare musica era diverso. Le persone si recavano in studio per registrare, lavorare, ora invece si può fare tutto in digitale: si può creare un pezzo con la chitarra senza suonarla effettivamente. Quello che manca inoltre è la comunicazione; stando insieme e aiutandosi l’un l’altro si ottengono meravigliosi risultati, oggi invece ci si chiude in camera con le cuffie e si lavora al computer: due modi di fare musica molto diversi. Infatti pian piano si è perso il vero valore della musica stessa.

 

Giulia Tiranno