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Quando il rame diventa arte. La mostra “oro rosso” dedicata ai capolavori di Luigi Santarelli

Dal 16 al 21 gennaio il Polo liceale Mattioli di Vasto propone il Festival della Scienza Ad/ventura 2023, giunto alla ventiquattresima edizione,  e tra  i vari progetti  realizzati  dagli alunni, la mostra allestita presso la sala Bontempo dal titolo  “Oro rosso: omaggio a Luigi Santarelli” è sicuramente uno degli appuntamenti più interessanti perché  ricostruisce una parte importante  della cultura artistica  vastese.

L’idea è partita dalla pronipote dell’artista, alunna della VA del liceo, Irene Calisti e dalle docenti  Antonietta Della Rocchetta e Clotilde Muzii che hanno accolto con interesse l’opportunità di  realizzazione una  mostra dei manufatti  per far tornare alla luce le opere in rame.

La raccolta del materiale biografico da parte della pronipote ha permesso di conoscere la formazione artistica e i  numerosi successi e riconoscimenti di Luigi Santarelli. Nato nel 1904 a Vasto, inizia sin da piccolo  ad appassionarsi alla lavorazione del rame  vedendo suo padre, un semplice artigiano ramaio, creare utensili da cucina e sarà proprio lui a trasmettergli quegli  insegnamenti che poi Luigi trasformerà in suggestivi pezzi d’arte.

Il suo laboratorio si trovava nel centro di Vasto, più precisamente a Piazza Marconi;  tutti quelli che passavano rimanevano affascinati dalle produzioni ed era difficile non comprare qualcosa. Sicuramente molti dei nostri nonni conservano qualche oggetto di rame creato con cura dall’artista, uomo semplice e di cuore, con un grande talento.

Nel I980 gli è stato conferito il “Mercurio d’oro” presso il Vittoriale, una statua che spesso mostrava con molto orgoglio, e nel I984 il nome di Luigi Santarelli  viene  inserto nel Catalogo dell’artigianato italiano di Giorgio Mondadori editore che offre al lettore un profilo completo dell’attività e la relativa analisi dei lavori di ciascun artigiano. Nell ‘ultimo periodo della sua vita, quando le forze cominciavano a cedere, il pensiero era rivolto  sempre  all’amato lavoro, e si recava  al negozio perché doveva completare l’opera  iniziata. Nel novembre 1992, a due mesi dalla morte, il sindaco in carica Antonio Prospero ha rilasciato ai familiari una targa di riconoscimento al maestro Luigi Santarelli per avere saputo immortalare e offrire a tutto il mondo le bellezze della nostra città. Il laboratorio è passato poi nelle mani dei figli Mario e Palma che hanno lavorato al negozio fino alla sua chiusura nel 2003, ricchi anche loro di talento artistico.

La mostra, a cui hanno collaborato in diverso modo e con particolare curiosità gli alunni della classe,  si apre con una sala dedicata alle opere che ritraggono gli edifici più rappresentativi della città del Vasto. Camminare per la mostra da proprio la sensazione di stare facendo una passeggiata per le strade della cittadina, tra le facciate delle chiese , la vista sul trabocco piuttosto che il Castello Caldoresco, o immagini di vita rurale e quotidiana oggi scomparse: pastori,  zampognari, scene campestri, momenti conviviali, e poi anfore dalle forge eleganti, vasi in ottone  creati da bossoli di guerra, conche.

Un posto a parte hanno i disegni preparatori e gli utensili che servivano per creare, forgiare queste opere. La tecnica di lavoro infatti è molto interessante, si parte dalla progettazione del disegno che poi viene trasferito sulla lastra di rame attraverso un’apposita carta, a seguire si appoggia la lastra sulla pece, una sostanza viscosa ottenuta dalla distillazione di catrami. Si inizia, quindi, con la cesellatura: si battono le varie punte di diverse misure con il martello per creare la profondità e si prosegue a lavorare in negativo, fino ad arrivare alla fine della cesellatura, dopodiché si stacca la lastra lavorata, si pulisce dalla pece, ultime rifiniture e si firma. Molti sono gli alunni, e non solo, che visitano la mostra e si avvicinano all’oro rosso, una preziosa testimonianza di un’arte che ci auguriamo rimanga ancora a raccontare il territorio e a riempirlo di bellezza.

 Irene Calisti

Foto Irene Calisti