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Un confronto su etica e legalità: “Cuore e legge in disaccordo”

Nella quarta giornata del Festival della Scienza Ad/ventura, presso l’Auditorium del Polo Liceale Mattioli, si è tenuto un incontro di riflessione su tematiche di spessore, quali etica e legalità, in collaborazione con il Lions Club Vasto Host. Ospiti del meeting Bruno Giangiacomo, Presidente del Tribunale di Vasto, Giuseppina Di Risio, Avvocato, Matteo Giangrande, docente di storia e filosofia del Mattioli.

La Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Angelini ha introdotto il discorso affermando come “Il concetto di etica non è altro, ma siamo noi. L’etica siamo noi. L’ethos è la persona, il suo comportamento, il vivere civile non nell’obbedienza, ma nel rispetto dell’altro. Bisogna ricordare che nello svolgere la propria attività non si deve  danneggiare quella degli altri, ma bisogna essere leali con tutti e sinceri con se stessi. Ogni dubbio circa il proprio diritto  o pretesa nei confronti di altri deve essere affrontato e risolto anche contro il proprio interesse, considerare l’amicizia come fine e non come mezzo, nella convinzione che l’amicizia non esiste per i vantaggi che può offrire, la vera amicizia non richiede nulla, e se ne devono accettare i benefici nello spirito che la anima, sempre adempiere ai propri obblighi da cittadino nei confronti del proprio paese, del proprio stato e della propria comunità e agire con incessante lealtà nelle parole e nelle azioni, donare spontaneamente lavoro, tempo e denaro, essere solidali con il prossimo, offrendo compassione ai sofferenti, aiuto ai deboli e sostegno ai bisognosi, essere cauti nella critica, generosi nella lode, sempre mirando a costruire e non a distruggere.”

L’avvocato Di Risio, socia del Lions Club, ha parlato di solidarietà “uno dei pilastri della nostra Costituzione, e non significa solamente esprimere vicinanza nei confronti delle persone più deboli, in una determinata epoca, personale o sociale, ma anche adoperarsi per sconfiggere lo stato del bisogno, laddove le istituzioni non riescono ad intervenire”.

Il professore Giangrande ha posto l’attenzione su stati come l’Iran, dove cuore e legge sono fortemente in disaccordo. Ha sintetizzato la storia dell’Iran, schematizzandola in alcuni punti: dal colpo di Stato del 1953 ai fatti di cronaca avvenuti nel 2022. Il regista Dehkordi scrive : “il gesto di protesta delle donne iraniane che tolgono il velo in pubblico non è qualcosa di improvviso, ma è il risultato di anni di preparazione per la rivoluzione. Internet e i social stanno facendo la differenza nella diffusione della protesta. Molte donne coraggiose rischiano l’arresto per denunciare il regime. C’è uno scatto fondamentale nelle generazioni: i giovani che chiedono libertà e democrazia non si fermeranno finché non otterranno ciò che vogliono”.

Come può la filosofia trattare questo oggetto alla luce delle categorie di legalità e moralità? La risposta si può trovare in 4 punti: discutere questioni concrete; estrarre i principali disaccordi razionali; riflettere sui contrasti; mettere in luce il processo del giudizio e della decisione. La questione è: la comunità internazionale dovrebbe sostenere il diritto delle donne in Iran a protestare contro il velo obbligatorio attraverso forme di disobbedienza civile? La disobbedienza civile sarebbe la violazione pubblica, non violenta e cosciente della legge intrapresa con l’obiettivo di apportare un cambiamento alle leggi o alle politiche governative; può assumere forme come la protesta pacifica, il boicottaggio, la resistenza non violenta e altre forme di azione diretta.

La risposta alla questione è sicuramente sì. La comunità internazionale può sostenere le donne iraniane condannando le violenze commesse contro le manifestanti e proteggendo coloro che rischiano la detenzione, l’esecuzione o la persecuzione.

 

Alessandra Giorgetta