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Il viaggio tra il mondo umano e divino con la Messa Requiem di Mozart

Nell’ambito della 24esima edizione del Festival della Scienza Ad/ventura, presso l’Auditorium Mattioli si è svolto l’incontro dal titolo “Accordi tra mondo umano e divino nella messa da Requiem KV 626 di W. A. Mozart” a cura di Tania Buccini, docente di canto e di esercitazioni corali del Liceo Musicale Mattioli.

Mozart ha vissuto gran parte della sua vita nel bel mezzo di rivoluzioni sociali. Nel suo percorso di crescita ha conosciuto l’assolutismo monarchico e il dispotismo illuminato, dove arte e poesia si basano su canoni razionali e universali, dove l’uomo ha il desiderio di rivalsa nei confronti del divino.

La Messa da Requiem è il perfetto esempio del pensiero di Mozart nei confronti della religione. Era sì cattolico, ma era pur sempre figlio del suo tempo, con pensieri contrastanti e illuministi; negli ultimi anni della sua vita, entrò a far parte della Massoneria, società segreta che cercava di raggiungere i veri campi del sapere,  di esaltare l’essere umano inimicandosi, di conseguenza, la Chiesa.

Foto di Benedetta Cicchillitti

Requiem sta a significare riposo. Poiché è parte integrante della preghiera, diventa una messa funebre contenente un pensiero differente nei confronti della morte poiché si distacca molto dallo stesso concetto cristiano di morte, cioè un trapasso dalla vita terrena a quella eterna.

Il pensiero massonico, e quindi anche mozartiano, evidenzia come non bisogna avere timore di qualsiasi giudizio dopo la morte, ma vivere la vita in modo totale e gioioso.

Mozart morì il 5 dicembre del 1791 e la messa rimase incompleta, finché non venne incaricato il suo allievo, Sussmayr, che lo aveva seguito durante la stesura dell’ intro, dell’ offertorio e delle prime otto battute del Lacrymosa, di completare l’opera.

Sussmayr fu bravo a rimanere fedele all’idea che Mozart aveva “dell’atmosfera” del brano, facendolo permanere in un’ambientazione cupa e misteriosa, esaltando una certa sottomissione dell’uomo nei confronti di Dio per poi evidenziarne la volontà di distaccarsene.

Viene naturale chiedersi se il Requiem è una musica divina o umana.

È certamente una musica che parla del divino, ma è l’umanità che viene messa in risalto, prendendo coscienza di se stessa, esprimendo il desiderio di trovare un posto nel mondo senza essere il “figlio” di Dio. La visione illuminista suggerisce dunque di vivere la vita in maniera serena, senza timori perché quello che conta veramente è la vita vissuta.

 

Beatrice Longhi