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La canzone è un momento di magia: intervista ad Auro Zelli, compositore e cantautore

“Bisogna saper ascoltare, mettersi in un angolo e quando c’è un maestro che parla, bisogna cercare davvero di rubare il più possibile”                                                               –Auro Zelli, compositore e polistrumentista

 

Nella mattinata del 21 Gennaio, ultimo giorno della ventiquattresima edizione del Festival della Scienza Ad/ventura, si è tenuta in Auditorium Mattioli la conferenza: “Il Cancro: guarire è cambiare” , con la partecipazione del musicista, compositore e polistrumentista Auro Zelli.  Noi della Redazione Mattioli’s Chronicles abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

Come è nata la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica è nata fin da subito, perché avevo mio nonno che era musicista, suonava il bombardino, mio padre cantava, anche se faceva un altro mestiere e, quindi, anche io ho deciso di studiare musica. All’età di  6 o 7 anni, ho incontrato Lucio Dalla e ho cantato a Riccione, in un locale che si chiamava “La Vecchia America”. Cantavo le canzoni di Morandi e Celentano. Tutto questo nel ’77, tanti anni fa.

Sappiamo che è un cantautore, musicista e polistrumentista.
Cos’è che la ispira quando scrive nuovi pezzi? Ciò che la circonda? Le sue emozioni?

In genere tutto. Bisogna comunque distinguere. Un conto è scrivere brani, comporre, che è quello che insegno ai ragazzi di “song writing”, in cui si richiede un tecnicismo in quanto è proprio la tecnica che facilita la scrittura di numerosi brani; un conto è la canzone che è un momento di magia, è un’ispirazione particolare che in qualche modo ti arriva e generalmente si scrive di getto. I grandi artisti della storia della musica, con cui io ho avuto l’onore di lavorare, mi hanno insegnato proprio questo, che sono momenti della musica che trovi dentro di te.

Foto di Chiara Antenucci

Invece riguardo il tema di questa 24esima edizione del Festival della Scienza “accordi”, si è mai trovato in disaccordo con gli artisti e i produttori con cui ha lavorato?

Si, tante volte. Forse la ricchezza di un artista è proprio questo: le varie sfumature, altrimenti ci sarebbe un solo tipo di musica. E’ bella invece la visione di ognuno. Ad esempio, se io e te ci mettessimo davanti al mare ad osservare un punto dell’orizzonte, potrebbe sembrare di guardare lo stesso punto, ma abbiamo due visioni completamente differenti. Per cui, il disaccordo per me è una cosa molto positiva.

Da quali grandi artisti ha tratto l’ispirazione? Chi è riuscito ad essere una guida durante la sua carriera?

Ho ampi riferimenti dato che ho avuto la fortuna di collaborare con i grandi della musica.

Ieri sono andato a Roma, alla Chiesa degli Artisti, perché è morto Gino Landi. Landi è stato un coreografo e uno dei più grandi registi italiani. Ecco, i miei maestri sono questi: Gino Landi, Enrico Caruso, Gianni Ferrio. Quando c’è un maestro che parla, bisogna cercare davvero di rubare il più possibile.

Foto di Chiara Antenucci

Durante la sua carriera ha conferito numerosi premi, quale emozione ha provato nel riceverli?

I premi sono una bellissima cosa, io dico sempre che sono un riconoscimento che non ci è mai dovuto. Sono dei traguardi, sono delle belle cose perché ti gratificano e ti fanno capire l’affetto della gente. Ieri mi è capitato di vedere a Roma tantissime persone del mondo dello spettacolo e, anche se in un contesto triste come può essere un funerale, si riesce a percepire quando di fronte hai dei giganti, e allora il premio diventa quello, diventa una certificazione, un lavoro. L’artista cosa fa?  Cerca di osservare e di comunicare quello che sente, ci prova pur non sapendo di riuscirci.

Ha un sogno nel cassetto oppure crede di aver già realizzato tutti i suoi sogni?

No, di sogni ce ne sono sempre. Morirò, spero, accanto ad un pianoforte. Insomma, sogni ne ho tantissimi. In questo periodo ho fatto un musical che si chiama “Lucia”, incredibile! Abbiamo avuto sei sold out nella zona di Campobasso, spero di portarlo anche qui a Vasto, di farlo in Abruzzo da qualche parte. Poi, in questo periodo sto scrivendo delle musiche per un film che speriamo esca il prossimo anno.
Vi raccomando, sognate sempre, non smettete mai di sognare!

Sharon Rubbi