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Al Teatro Madonna dell’Asilo “Arte e Memoria” racconta l’Olocausto del popolo Rom e Cinti

Nella giornata del 25 Gennaio 2023, alcune classi del Polo Liceale “R. Mattioli” hanno avuto la possibilità di assistere allo spettacolo “Arte e Memoria”, presso il Teatro Madonna dell’Asilo di Vasto.

L’evento, organizzato dall’A.N.P.I. Vasto, con il Presidente Domenico Cavacini, e dal Club per l’UNESCO, nasce da un’iniziativa del Comitato Artistico Lancianese e dall’Unione delle Comunità Romanès in Italia (UCRI),  in collaborazione con l’Unione  dei Giovani Ebrei Italiani (UGEI). La modalità scelta è stata il dialogo tra Gennaro Spinelli, presidente dell’UCRI e il suo giovane pubblico. “Una memoria a più voci” narrata dai diretti discendenti di chi ha subito il “Samudaripen”, l’olocausto patito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Attraverso il gruppo musicale, composto dallo stesso Spinelli al violino, accompagnato da tromba, chitarra e arpa, si è voluto ricordare come la musica rom sia sopravvissuta nel tempo e sia motivo di vanto. Quando si parla di olocausto e persecuzione facciamo riferimento quasi esclusivamente  alla Shoah ebraica, glissando sullo sterminio di omosessuali, minoranze religiose, disabili, oppositori politici e, in particolare, dimenticando tutti quei 500.000 rom e sinti morti nello stesso modo. 

Pensiamo di sapere chi sono, ma la realtà è diversa, non conosciamo la loro lingua, la loro storia o le loro tradizioni. Le ignoriamo del tutto, portando avanti stereotipi e generalizzazioni nei loro confronti. Confondiamo il loro stesso nome: chi non li ha mai chiamati zingari, gipsy, nomadi o gitani? Qual è la differenza e quale il modo giusto per identificarli? Rom è un etnonimo, cioè come loro vogliono essere chiamati, gli altri termini invece sono eteronimi cioè modi dispregiativi con i quali sono costretti a confrontarsi ogni giorno. Il pregiudizio è la barriera da affrontare, ieri come oggi. Nell’incontro si sono susseguiti numerosi spunti di riflessione in merito ai discorsi pronunciati dalla senatrice Liliana Segre e diverse letture di poesie in lingua rom con traduzione italiana. Hanno preso voce storie ancora molto vicine alla nostra quotidianità, eventi del passato che si ripetono in modalità diverse. 

Lo spettacolo si è concluso con l’esecuzione di “Bella Ciao” e con l’intero teatro che cantava.

L’ignoranza è il più grande ostacolo che hanno da sempre dovuto affrontare le minoranze; la mancanza di  una conoscenza accertata, di un sapere universale, che ci permette di relazionarci con gli altri, di rispettarci e di coesistere. L’invito che i quattro artisti rivolgono ai ragazzi è quello di battersi per costruire un mondo migliore, andare oltre le guerre per perseguire la pace e la giustizia.   

    

                                 Francesca Di Maio

Foto di Carlo Silvestri