La commedia plautina non annoia e non lascia indifferenti

Lo scorso 9 gennaio gli alunni delle classi terze e quarte del nostro istituto hanno avuto il piacere di assistere alla rappresentazione teatrale della commedia plautina de il ‘Miles Gloriosus’.

Lo spettacolo si è svolto al Politeama Ruzzi di Vasto ed è stato interpretato dal TEP, ‘Teatro Europeo Plautino’, nota compagnia che vanta numerosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero; essa si propone di tutelare e diffondere il teatro greco “per avvicinare il pubblico, e soprattutto le giovani generazioni, al patrimonio classico della cultura europea”, come cita la loro pagina ufficiale.

Un appuntamento imperdibile che ha voluto offrire agli studenti la possibilità di riscoprire un’arte sempre più lontana, soffocata dalla velocità e dalla perfezione del cinema e della televisione, e sradicare la moderna visione di questa come strettamente elitaria e di gusto superiore.

Quale modo migliore per farlo se non con una commedia Plautina? Un’opera semplice e divertente, dall’umorismo diretto e sfacciato, nelle parole quanto nei gesti, e capace di coinvolgere chiunque.

La storia è quella di Pirgopolinice, soldato fanfarone e pieno di sé, che rapisce la giovane e bella Filocomasio per tenerla come cortigiana ma finisce vittima degli astuti tranelli del servo Palestrione, che vuole ricondurre la fanciulla all’amato Pleusicle, suo precedente padrone. La trama è incentrata sulla beffa e sull’equivoco, in particolare quello del doppio, ad esempio, quando Palestrione racconta a un altro servo, stolto e buffo, che Filocomasio ha una sorella gemella ospite dal vicino, per evitare che lui racconti al padrone di averla vista insieme a Pleusicle. Le beffe sono rivolte al servo stolto e, soprattutto a Pirgopolinice: di quest’ultimo viene evidenziata la vanità, di fronte a un inganno che lo vede adulato spudoratamente da una bellissima meretrice, finta moglie del vicino.

Una comicità spiccatamente farsesca, in cui i personaggi sono ‘maschere’ poco complesse e profonde: di loro conosciamo quasi esclusivamente un aspetto caratteriale, che viene riproposto e ingrandito. Proprio a questa maschera, che è strettamente funzionale alla trama, si deve la concezione postuma -ed estremamente moderna- della vita come un teatro in cui ognuno recita una parte,  emblema della crisi d’identità di cui Pirandello sarà tra i maggiori esponenti.

Plauto gioca sulla capacità del pubblico di riconoscere la rappresentazione iperbolica della caratteristica o dell’atteggiamento che si vuole evidenziare. L’effetto comico è ampliato dal ribaltamento dei costumi sociali: il padrone sopraffatto dal servo, l’amore giovanile che vince sulla razionalità… dinamiche inverosimili e carnevalesche nel contesto romano a cui appartiene l’opera e che affermano l’idea, propria dell’autore di teatro come gioco. Inoltre, la presenza del ‘metateatro’ permette allo spettatore di essere continuamente coinvolto nella narrazione e diventare personaggio attivo nella storia.

La commedia plautina non annoia e non lascia indifferenti: riscosse uno straordinario successo in epoca romana, contraddistinguendosi per il suo umorismo immediato e ripetitivo, e ad oggi non smette di piacerci.

Arianna Roberti