Il criptogenico linguaggio non verbale

 

Quante volte abbiamo basato le nostre emozioni, i nostri sentimenti o le nostre sensazioni sul modo in cui qualcosa ci è stato detto, dalla postura o dall’espressione facciale che il  nostro interlocutore ha assunto in quel momento?

Tutto il contegno psico-emotivo è costruito sulla comunicazione non verbale, della cui importanza, spesso, non siamo consapevoli.
La cognizione del linguaggio non verbale ci aiuta a comprendere e ad accrescere la nostra empatia, non solo verso gli altri ma soprattutto verso noi stessi.
Ad esempio, se sei in preda all’ira potresti utilizzare un tono di voce disdegnoso nei confronti degli altri, senza neanche immaginare le reazioni negative che potresti suscitare.

Come nasce l’emancipazione del linguaggio non verbale ?

Lo studio scientifico della comunicazione non verbale è stato concepito nell’etologia , dal greco “ethos” ossia “comportamento” e “logos” inteso come “studio” , scienza che si occupa di analizzare il comportamento degli animali .
Applicando uno stretto nesso tra “animali” e “comportamento” troviamo la parola “uomo”. L’uomo, pur essendo un “animale sociale”, avrà sempre dei punti di tangenza con il convenzionale mondo animale ed è dunque per questo che, dallo studio del comportamento prettamente animale, possiamo percepire anche strette correlazioni e corrispondenze con gli esseri umani.

Il linguaggio non verbale può presentarsi insieme ad un messaggio verbale, tuttavia, l’effettiva trasmissione delle emozioni e dell’intesa è garantita tutta dal linguaggio non verbale, ossia da quella che è la mimica, l’espressione facciale, il guardarsi negli occhi.
La comunicazione non verbale include un processo di codifica e decodifica che è aiutato proprio dal corrispettivo verbale.
Per meglio intendere questo processo immaginiamo un esempio:  io sbadatamente inciampo facendo cadere la tua giacca. Tu, ipoteticamente, potresti rispondermi di non preoccuparmi. Se lo fai con tono gentile io ti percepirò in un certo modo, ma se il tuo tono è scortese, e magari la tua voce diventa ruvida e alterata, io formulerò un‘immagine di te negativa.
Stesso messaggio verbale ma risultato differente.  Saper comunicare in modo efficace equivale ad essere  consapevoli del peso e del significato delle parole, insieme al tono di voce.

Anche se oggi i messaggi istantanei hanno limitato e confinato il rapporto diretto, ovvero la comunicazione faccia a faccia tra persone, quello che si comunica con il corpo o con il tono di voce in un audio digitale è molto importante.
Risulta subito evidente quando vi è un’incongruenza tra quello che viene detto e il modo in cui lo si dice.

Solitamente ci basiamo su indizi non verbali per decidere se credere o no agli altri, anche se il comportamento non verbale è più difficile da controllare rispetto alle parole.

È imprescindibile ricordare di prestare molta attenzione alla mimica e ai gesti. Un gesto che per noi ha una certa valenza potrebbe, per altri, alludere ad un’offesa.

Sara D’Annunzio