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“O si attraversa il mare o si muore, restare non è un’opzione”

di Benedetta Lorenzon e Elisa Schena, 2D.

Martedì 7 febbraio, al Liceo Classico Andrea D’Oria di Genova, il dott. Luca Sansone ha presentato agli studenti il libro “Il Mondo in una Scuola” che lo ha visto coinvolto nella scrittura sul tema dei migranti insieme a Ezio Poletti e Bruno Fragiacomo. L’opera propone una raccolta di 110 testimonianze, rilasciate da donne e uomini giunti a Genova e Savona da diversi continenti che hanno frequentato i corsi della Scuola di lingua italiana, organizzati dai Circoli Operai.

Luca Sansone, durante l’incontro, ha affermato che spesso si tende a dimenticare che coloro che compiono viaggi interminabili, vere e proprie odissee da un continente all’altro, con la speranza di una vita migliore, sono persone come noi. Questo libro è nato proprio per sensibilizzare il lettore su questo tema e Sansone ha letto alcune parti delle testimonianze più toccanti che sono state raccolte. Tra la commozione generale, lo scrittore racconta di Mohamed che per riuscire a comprare i biglietti del pullman per lui e la sua famiglia “si è venduto anche le scarpe”. “Ho visto cose che un padre non dovrebbe vedere” afferma un uomo che aveva assistito alla tortura del figlio da parte di aguzzini trafficanti di uomini. In un’altra testimonianza, un giovane, che ha deciso di scappare e quindi di disertare rischiando anche la pena di morte, afferma:

“O si attraversa il mare o si muore, restare non è un’opzione”. 

Alle testimonianze, Luca Sansone accosta i dati impressionanti sul fenomeno dell’immigrazione: sono 281 milioni i migranti complessivi nel mondo e 25000 coloro che sono morti nel Mediterraneo dal 2014. Per dare un’idea dell’enormità di questi numeri Sansone afferma che se tutti i migranti abitassero uno stesso stato, questo sarebbe il quarto al mondo per popolazione e che il numero di morti nel Mediterraneo corrisponde agli iscritti dell’Università di Genova.

Nonostante i migranti siano vittime di storie drammatiche, in Italia si riscontrano ancora fenomeni di astio nei loro confronti. Sansone prova a chiarire i motivi di tale avversione spiegando che certe parti della popolazione provano un timore innato nei confronti di chi è diverso e che, per questo motivo i migranti spesso rappresentano coloro contro cui puntare il dito per qualsiasi ragione. Vengono ritenuti “carichi residuali”, “prede contro cui accanirsi”, “invasori”.   

Sansone ha concluso l’incontro consigliando ai ragazzi di evitare di farsi influenzare negativamente da dicerie popolari infondate: “Usate la testa, informatevi e riflettete su ciò che accade e ciò che ci viene raccontato”. A questo ha poi aggiunto la necessità che i giovani aiutino nel concreto coloro che, giunti da altri paesi, hanno bisogno di assistenza.