Solo, ma vero

   

 

 

 

Col tuo asso di picche ho completato il mazzo,

il mio cuore è un organo e, per questo vi divertite a suonarlo;

potrei vendere la mia tristezza accompagnata da qualche figura retorica e diventarne ricco,

ma non è questo il mio obbiettivo!

Perché quando il sole crolla, voi rimanete al buio

e io m’illumino del mio essere pronto ad una nuova trasformazione.

Ho cercato l’uomo e lo seguo come l’ombra.

Se cado mi rialzo e allungo il passo,

magari un giorno cadrò all’indietro o affogherò nella piscina delle mie lacrime.

Ma della mia sincera tristezza ne faccio tesoro e costruisco un uomo.

Non di certo una spietata macchina che sorride solo quando il sole gli dà la corrente;

vi istigherò anche da morto con una frase sulla lapide:

“Meglio un vero depresso che un finto felice”.

Damiano Cassibba 4B Liceo Scientifico-Istituto “G. Carducci“- Comiso [RG]