Tentando di raggiungere l’invisibile

Le città non sono solo apparenza

di Alice Villa, Lidia Rossi e Alessia Burgos, 1D 

Parlando di “Le città invisibili” di Italo Calvino, riflessioni di ogni tipo possono farsi strada nella mente. Questo perché l’opera, che sembra essere una semplice raccolta di immaginarie città, nasconde un’intensità e profondità sorprendente. 

 

Tra le varie persone che hanno riflettuto su questo romanzo vi è Graziano Graziani, scrittore e regista, che ne mette in luce molti aspetti interessanti. Come non nominare la fascinazione per il lontano, l’esotico, messa in risalto dal periodo storico del racconto, in cui ogni giorno le cartine geografiche dovevano essere modificate. 

“L’esotismo rappresenta un luogo che noi definiamo lontano e, per questo, irraggiungibile”

Se noi, quindi, dovessimo trovare un esempio di città esotica scopriremmo che è diversa per ognuno, in qualche modo condizionata da dove si abita, quindi molto soggettiva. Eppure le città compaiono nel racconto come senza tempo, sparse nel mondo e vive: così vive da riportare un nome di donna. La vita, la danno le persone che vivono in esse, formando una collettività con usanze, pensieri, abitudini comuni.

“Le storie di queste città si svolgono in luoghi senza tempo dove il passato si aggrega al presente e, inevitabilmente, al futuro”

Molto interessante è stata la sua lunga riflessione, riguardo al motivo del perché nascono le città.

“Le città nascono per dare luogo a quello che è nascosto dentro di noi”


Come spiega Graziani, le città non nascono solo e unicamente per donare un posto dove vivere agli uomini, ma hanno anche un senso affettivo non da poco, perché infatti simboleggiano i ricordi, i pensieri, i sogni, le delusioni proprie di tutti noi, che si mantengono vivi tramite un edificio, una via o una piazza. In una città i ricordi e le persone si moltiplicano col tempo, dando luce a una storia, contrastando così il deserto in cui si trova.

“Dentro ogni monumento c’è un passato”

Le città, per quanto straordinarie, sembrano sempre avere un pezzo mancante, il mare vuole la terra, la terra vuole il mare. Questo porta ad un fragile equilibrio di imperfezione. Graziano Graziani ha tenuto a precisare la differenza tra il desiderio e il godimento che caratterizza tutti i nostri desideri e aspirazioni anche all’interno di una città:

“Il desiderio e il godimento spesso vengono confusi ma sono due cose completamente differenti: il desiderio è ciò che non abbiamo ma vogliamo; mentre il godimento è il senso di appagamento per aver ricevuto ciò che volevamo”.

L’uomo è nato per essere ambizioso e puntare al meglio, e come nella vita, grazie al continuo desiderio, la città cresce e cresce ancora, tentando di raggiungere il mare.