Ὧ Σελήνη

 

Oh Selene, mia pallida dea,
feconda madre, custode d’etere.
Oh, uditrice di canti d’amore,
confortatrice di cuori incerti.


La tua luce io canto ora
diversa dal fraterno e fervido
riverbero di Elio, oh mia
cavatrice di menti inquiete.


Tu, sorta al crepuscolo di quell’
Impetuoso fratello, vivace
pensatore superfluo; giungi
e donami una riflessione.


Tanto calma quanto amara, ella,
non concede alcuna carenza di
pensieri, ella possiede ogni
nostro pianto, dolore, e amore.
Mario Varacalli – IIB Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)